nino ricci
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2021 ◽  
Vol 35 ◽  
pp. 165-182
Author(s):  
Carmen Concilio
Keyword(s):  

In questo studio si analizza la Trilogia dello scrittore italo-canadese Nino Ricci, in cui il romanzo di formazione di Vittorio Innocente si articola tra il viaggio di andata dall’Italia — terra della madre — al Canada — terra del padre — e il viaggio di ritorno in patria da adulto. Dominata dalla relazione edipica, la formazione di Vittorio è dolorosa e nessun approdo sembra offrire risposte alla ricerca del Sé, al contrario il ritorno è doloroso quanto la partenza. Inoltre, lo studio mette in luce come la Trilogia si configuri come cartografia dell’altrove, in cui il paradigma della linea curva e della griglia squadrata definiscono gli spazi al di qua e al di là dell'Oceano. La saggistica accademica sull'autore e sulla Trilogia, in particolare, ha fornito l'orizzonte critico di riferimento.


2021 ◽  
Vol 35 ◽  
pp. 183-189
Author(s):  
Gabriella Iacobucci

Dopo trent'anni circa dall'uscita della versione italiana di Lives of the Saints, il primo romanzo dello scrittore canadese Nino Ricci, questo articolo intende fare un bilancio di quello che ha significato per l’Autrice tradurre la trilogia di uno scrittore di origine molisana diventato poi uno degli autori più importanti della letteratura italocanadese. In esso si ripercorrono i momenti salienti di questa sua avventura letteraria e umana, spiegando quello che ha compreso, nel frattempo, a proposito della traduzione e del “ritorno”. Lo studio sottolinea inoltre, citando alcuni passi della versione italiana, con quanta originalità di invenzione poetica Ricci sia riuscito a raccontare i sentimenti racchiusi nella voce Nostos.


2012 ◽  
Vol 33 (1) ◽  
pp. 37-60
Author(s):  
Michela Baldo

The evil eye or malocchio has appeared in the works of a number of Italian-Canadian writers but for most its role has been limited. In Lives of the Saints, however, the first volume of the trilogy of the same name by Nino Ricci, its role is fundamental to the novel’s narrative construction. The central act of the novel, set in a village in southern Italy in the 1960s, is the snakebite received by the protagonist’s mother, Cristina, while she is engaged in adulterous intercourse. She becomes pregnant as a result of this encounter and is ostracised by the villagers who intepret her condition as the consequence of the evil eye, lu malocchiu. The evil eye becomes a symbol of the pain and violence of the behavioural rules and boundaries imposed on women’s flesh. Ricci, the most successful Italian-Canadian author of his generation, uses the concept of malocchio to unmask the implications of traditional patriotic and nostalgic narratives based on women’s sexuality, and eventually to construct a complex narrative of the Italian-Canadian post-migrant experience.


2007 ◽  
Vol 28 (1) ◽  
pp. 135-150
Author(s):  
Anne Marie Miraglia
Keyword(s):  

Dans un nouveau pays, la présence d'objets familiers, dotés d'un sens spécial, réconfortent l'immigré et contribuent à la reconstruction dans son pays d'accueil d'un monde révolu et lointain. Cette analyse de deux romanciers canadiens d'origine italienne, Nino Ricci (Ontario) et Bianca Zagolin (Québec), examine la nature et la signification des objets ainsi que leur rôle dans la caractérisation des personnages et dans l'architecture des textes. Les objets emportés par les immigrés de Ricci et de Zagolin servent de support à une mémoire faillible: ils représentent à la fois tout ce que l'immigré a perdu et tout ce qu'il essaie de retenir. Témoins d'un autre monde, les objets évoquent simultanément leur matérialité et quelque chose d'autre qui les dépasse.


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