varianti anatomiche
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2020 ◽  
Author(s):  
Giulia Adalgisa Mariani

Con il termine variante anatomica si definisce una particolare struttura anatomica la cui morfologia si discosta da quella osservata nella maggior parte degli individui. Diversamente dalle anomalie congenite, che per definizione sono considerate patologiche, le varianti rientrano in un quadro di normalità. È però evidente che conformazioni anatomiche peculiari possono interferire con le procedure diagnostiche e aumentare il rischio di complicanze durante gli interventi chirurgici. La conoscenza dell’anatomia umana e lo studio delle sue varianti rappresentano perciò un requisito indispensabile per ogni pratica medica, e l’attività settoria, che consente di individuare e documentare eventuali varianti rispetto alla normale anatomia umana, costituisce un supporto fondamentale alla medicina e alla chirurgia. Il volume propone un excursus storico sulla pratica settoria, una introduzione alle attuali tecniche di dissezione e lo studio di alcune significative varianti anatomiche.


2017 ◽  
Vol 37 (4) ◽  
pp. 295-302
Author(s):  
P.G. Giacomini ◽  
S. Rubino ◽  
S. Mocella ◽  
M. Pascali ◽  
S. Di Girolamo

La punta cadente è una fastidiosa deformità estetica e funzionale del naso. L’aspetto della punta è influenzato da aspetti sia statici che dinamici. Per questo motivo, appare logico tenere in considerazione questi fattori nel pianificare la correzione chirurgica di questa deformità. Molti studi hanno affrontato questo argomento, ma il trattamento resta controverso. Per rendere efficace la chirurgia della punta appare indispensabile identificare le caratteristiche anatomiche fondamentali della punta stessa. Diversi angoli e misure possono essere calcolati per definire la posizione della punta tra cui: l’angolo nasolabiale, l’asse della narice, l’angolo di rotazione della punta in rapporto al piano di Francoforte, l’angolo columellare-facciale. L’obiettivo di questo studio è focalizzare l’attenzione sulla nostra esperienza personale sulle alterazioni anatomiche del naso che meritano una correzione e sulle procedure chirurgiche necessarie per ottenere risultati soddisfacenti nel trattamento della punta cadente. Nel presente studio sono stati presi in considerazione la proiezione e la rotazione della punta pre e post-operatorie. La correzione della punta cadente è stata ottenuta mediante settorinoplastica aperta o chiusa a seconda dei casi. La tecnica prevalentemente usata per riposizionare la punta è risultata essere il raddrizzamento del setto (41/41 casi) e la tecnica Tongue-in-groove (36/41 casi) (87,6%). Lo strut columellare è stato impiegato in 8/41 pazienti (19,51%). Resezioni cefaliche delle cartilagini alari sono state applicate in 29/41 pazienti (70,73%). Suture per ri-orientare le cartilagini alari sono state impiegate in 18/41 casi (43,9%). Il Lateral crural overlay è stato necessario in 2/41 casi (4,8%). Il presente articolo rivaluta le principali varianti anatomiche del naso che meritano correzione e le tecniche chirurgiche utilizzabili per semplificare il processo decisionale preoperatorio.


2000 ◽  
Vol 13 (4) ◽  
pp. 541-549
Author(s):  
R. Scaroni ◽  
E. Molini ◽  
E. Ciorba ◽  
G. Ricci ◽  
C. Simoncelli ◽  
...  
Keyword(s):  

1997 ◽  
Vol 10 (2_suppl) ◽  
pp. 148-148
Author(s):  
L. Manfrè ◽  
R. Angileri ◽  
G. Caruso ◽  
V. D'Antonio ◽  
M. De Maria ◽  
...  

A differenza dell'Angiografia, l'esame Angio-RM consente la simultanea visualizzazione dei vasi del poligono. Si è valutata la correlazione esistente tra calibro dei sifoni e asimmetrie di sviluppo del poligono nella popolazione normale. Sono stati esaminati 3 casi di occlusione totale di una carotide. 120 pazienti privi di patologie vascolari o neoplastiche sono stati sottoposti ad esame Angio-RM 3DTOF con Magnetization Tranfer e TONE. Sono state valutate le immagini di sorgente e 3DMIP, prima e dopo sottrazione dei pixel non vascolari. I pazienti sono stati suddivisi in 5 gruppi: I = aplasia di A1, II = ipoplasia di A1, III = lieve asimmetria di A1, IV ? arteria comunicante posteriore fetale, V = poligono simmetrico. Inoltre i pazienti sono stati suddivisi in base al calibro della carotide interna in: A (simmetrico), B (lieve asimmetria), e C (marcata asimmetria). è stata calcolata la percentuale di differenza di calibro (PDC) tra carotide destra e sinistra (Cmin/Cmax). Sono stati posti in correlazione PDC e simmetria dei vasi del poligono. I pazienti del gruppo C sono stati sottoposti a color Doppler dei vasi al collo, per escludere vasculopatia a monte. Una differenza statisticamente significativa in termini di PDC tra sifone carotideo destro e sinistro è stata osservata unicamente nei pazienti di gruppo I e II. I pazienti affetti da occlusione del sifone carotideo con compenso via Al dimostravano un calibro di Al superiore rispetto ai gruppi III, IV e V. Per quanto una asimmetria di calibro dei sifoni carotidei possa suggerire l'esistenza di una patologia vascolare a monte, è necessario considerare le varianti anatomiche correlate all'asimmetrico del poligono di Willis. Il bilancio dei rami collaterali esistenti a livello del poligono di Willis mediante Angio-RM è importante per la valutazione dei possibili circoli di compenso.


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