CRIOS
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Published By Franco Angeli

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CRIOS ◽  
2021 ◽  
pp. 6-17
Author(s):  
Iacopo Zetti

In questo testo vengono riuniti tre grandi intellettuali grazie alla coincidenza di idee rispetto ai temi della città come campo di forze sociali. Questa vicinanza intellettuale fa da pretesto per proporre un ragionamento su tre punti che, le loro rispettive posizioni culturali, mi paiono portare in forte evidenza. Il primo riguarda la variabilità della città, il ruolo del caos nei processi di apprendimento e, per conseguenza, il ruolo del progetto e del progettista, di città o di storie; il tutto in una anticipazione degli studi sulla complessità applicati all'ambito urbano. Il secondo si rifà all'idea di città aperta, o di parola per tutti, che sottende una visione morale del lavoro intellettuale che ha a che vedere non con il genio personale, ma con la rappresentazione di una volontà collettiva. Il terzo guarda alla didattica intesa non come trasmissione di un sapere codificato, ma come percorso di liberazione della fantasia o, con le parole di Rodari, della fantastica.


CRIOS ◽  
2021 ◽  
pp. 86-92
Author(s):  
Federica Vingelli

È possibile immaginare un'architettura e un modello di prosperità che non dipendano dalla continua estrazione ed esaurimento di risorse ed energia? La domanda è al centro di Non Extractive Architecure, un progetto multidisciplinare curato da Space Caviar, che elabora la visione di accademici e designers sulle relazioni tra le discipline del territorio e i principi capitalistici di accumulazione, sfruttamento e consumo. La dimensione del paesaggio risulta fondamentale in questa ricca piattaforma, indagata anche attraverso l'occhio esperto del fotografo Armin Linke. Il progetto vede l'organizzazione di una mostra (a Venezia presso Palazzo delle Zattere da Marzo 2021 a Gennaio 2022) e la pubblicazione di un volume omonimo, sui cui ragiona questo breve testo. L'obiettivo è ripensare un nuovo paradigma per un' architettura che sia in grado di non gravare sull'equilibrio del pianeta e dei popoli.


CRIOS ◽  
2021 ◽  
pp. 34-45
Author(s):  
Luca Tricarico ◽  
Lorenzo De Vidovich
Keyword(s):  

L'articolo nasce dalla necessità di trovare una rinnovata chiave interpretativa univoca sul concetto di innovazione sociale negli approcci territoriali, osservando le diverse declinazioni di ricerca e prospettive metodologico/disciplinari. A tal fine, l'analisi proposta nel contributo è basata su una systematic review: da un lato considerandola presenza della keyword innovazione sociale abbinata a i concetti di imprenditorialità, inclusione e co-produzione; dall'altro la presenza o meno di una prospettiva territoriale o urbana. L'obiettivo dell'articolo è fornire un'analisi su quali aspetti comuni sono presenti nell'attuale panorama accademico, cercando nuove direzioni verso cui i diversi approcci necessitano una attenta applicazione ad importanti questioni territoriali.


CRIOS ◽  
2021 ◽  
pp. 70-85
Author(s):  
Elena Tarsi ◽  
Diletta Vecchiarelli
Keyword(s):  

In Italia esistono situazioni di segregazione abitativa che rimandano ad un passato che sembrava definitivamente superato. L'articolo propone una analisi delle conformazioni spaziali, sia spontanee che risultato di interventi pubblici, legate alla presenza di lavoratori agricoli, stagionali e stanziali, di origine straniera nella provincia di Foggia. Il saggio descrive i caratteri spaziali di questi insediamenti, conosciuti come ghetti, la mancanza di servizi e le fragilità sociali dei loro abitanti e propone una analisi delle soluzioni che sono state avanzate in ambito pubblico. Lo studio diventa occasione per proporre delle riflessioni sulle responsabilità e sulle sfide della disciplina urbanistica verso un superamento delle situazioni estreme di segregazione spaziale e sfruttamento che interessano le campagne del Sud Italia e non solo.


CRIOS ◽  
2021 ◽  
pp. 18-33
Author(s):  
Luca Filippi

Come recuperare la lettura marxista del paesaggio agrario italiano proposta da Emilio Sereni (1961) entro una teoria critica della società e del territorio in grado di confrontarsi con i nuovi potenti processi estrattivi ed espropriativi (Mezzadra, 2019; Harvey, 2019), messi in campo dal capitalismo contemporaneo? Una domanda che muove, da un lato, dalla sempre più diffusa - e problematica per l'autore - ricezione di Sereni entro la tradizione riformista della geografia umana, dall'altro lato, dalla necessità di individuare una continuità tra i risultati del suo lavoro e le prospettive del marxismo e della geografia critica contemporanea (Gough e Das, 2017). La rilettura proposta dal saggio individua l'attualità di quest'opera nell'uso che Sereni fa della nozione di paesaggio agrario come dispositivo per indagare e criticare, marxianamente, il singolare processo di transizione al capitalismo delle campagne italiane e il discorso economico politico - ma anche paesaggistico - che intorno ad esso e alle sue forme spaziali viene elaborato dal riformismo agrario italiano. Assumendo questa prospettiva, il saggio fa emergere nell'opera di Sereni una inedita tensione a sondare, attraverso questa categoria, dimensioni specifiche dei processi di assoggettamento e soggettivazione prodotti dall'emergere dei rapporti di produzione capitalistici.


CRIOS ◽  
2021 ◽  
pp. 58-69
Author(s):  
Angelo Sampieri ◽  
Beatrice Agulli

La diffusione di produzioni agricole specializzate consente di osservare il modo in cui stanno cambiando porzioni importanti della campagna contemporanea italiana. Tali produzioni difatti assumono in Italia caratteri particolari che le sottraggono a molte delle osservazioni (e delle generalizzazioni) che nella letteratura internazionale guardano gli spazi dell'agricoltura specializzata come piattaforme monofunzionali, regolate da rigide infrastrutturazioni e da sofisticati programmi logistici che le escludono dai contesti entro i quali sono collocate. Le differenze appaiono particolarmente rilevanti a Capo Pachino, dove la produzione specializzata di pomodori, seppure presente da oltre mezzo secolo, e capace di generare un'economia di grande importanza a livello non solo locale, ha costruito spazi segnati da una certa instabilità delle organizzazioni e transitorietà delle forme. Questa infrastrutturazione debole di Capo Pachino, che da un lato comporta fragilità enormi di gestione e governo del comparto produttivo, garantisce dall'altro anche il suo dinamismo, la sua apertura e la sua capacità di essere attraversato da usi e relazioni molteplici. È in ragione di questi caratteri che l'articolo muove alcune riflessioni di natura progettuale e operativa sulla relazione tra produzione specializzata e trasformazione delle campagne contemporanee


CRIOS ◽  
2021 ◽  
pp. 46-57
Author(s):  
Adriana Galderisi ◽  
Scira Menoni
Keyword(s):  

Il contributo affronta una delle fasi fondamentali del ciclo di gestione del post-disastro: la fase del recupero, collocata tra la fine dell'emergenza e l'inizio della ricostruzione e finora scarsamente esplorata e regolamentata, soprattutto nel contesto nazionale. Più specificamente, si esamina l'evoluzione del significato e del ruolo di tale fase in relazione all'evolversi del concetto di resilienza; quindi, sulla base della letteratura scientifica e di alcune esperienze pregresse, si evidenziano caratteristiche ed esigenze proprie di questa fase e si delineano alcune raccomandazioni e proposte operative per accrescerne l'efficacia. Raccomandazioni e proposte fanno principalmente riferimento alle modalità per garantire un'efficace pianificazione preventiva del recupero post-evento, ai criteri per innovare i modelli di governance e ai principali strumenti da mettere in campo per consentire la rapida transizione verso la ricostruzione.


CRIOS ◽  
2021 ◽  
pp. 4-7
Author(s):  
Enrico Formato

CRIOS ◽  
2021 ◽  
pp. 34-45
Author(s):  
Francesca Garzilli
Keyword(s):  

Il paper rilegge criticamente il territorio periurbano e le sue potenzialità a partire da un'intervista rilasciata da François Jullien in merito ad alcuni concetti, pertinenti all'oggetto di riflessione, espressi all'interno del libro "Vivre de paysage ou l'impensé de la raison" (2014) . Scopo del sag¬gio è di mettere in relazione il concetto di paesaggio espresso da Jullien, riferito alla tradizione cinese, ed in particolare le sue condizioni di spazio entre ed ècart, con le caratteristiche tipiche del territorio periurbano. Questa impostazione sembra particolarmente utile per superare i limiti descrittivi e prefigurativi legati alla condizione topologica di questo spazio, frammentario, ibrido, discontinuo, contradditorio. La visione olistica sostenuta dallo studioso francese sembra infatti esaltare le potenzialità del periurbano come "campo di transizione", aiutando ad uscire da alcune secche concettuali persistenti nel dibattito disciplinare. La contaminazione tra questa interpretazione del paesaggio e gli studi provenienti dalla tradizione del landscape ecology possono così contribuire a un nuovo discorso sul paesaggio periurbano e sulle possibilità di una sua risignificazione mediante una rinnovata idea di progetto.


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