Gestione terapeutica del diabete mellito nell’acromegalia

2021 ◽  
Author(s):  
Giulia Gaggero ◽  
Francesca Viglino ◽  
Mirko Parasiliti Caprino ◽  
Nunzia Prencipe ◽  
Andrea S. Benso
Keyword(s):  
2021 ◽  
Author(s):  
Marianna Martino ◽  
Giorgio Arnaldi

SommarioL’ipercortisolismo funzionale rappresenta una condizione di attivazione cronica dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che si verifica in condizioni cliniche eterogenee (depressione e altri disordini psichici, disturbi del comportamento alimentare, diabete mellito, obesità, alcolismo, sindrome dell’ovaio policistico, sindrome delle apnee ostruttive notturne, lavoro a turni). Solitamente è un ipercortisolismo di lieve entità e reversibile alla remissione della condizione sottostante. Deve essere distinto dalla Sindrome di Cushing con la quale, però, condivide manifestazioni cliniche, alterazioni biochimiche e problematiche di diagnostica differenziale. Si può ipotizzare che l’ipercortisolismo funzionale abbia comunque un’azione deleteria tessuto-specifica. In questa rassegna verranno illustrati sinteticamente meccanismi ed effetti nocivi dell’ipercortisolismo funzionale.


1998 ◽  
Vol 10 (3) ◽  
pp. 18-21
Author(s):  
L. Di Maria ◽  
L. Moscarelli ◽  
M. Zanazzi ◽  
A. Rosati ◽  
E. Bertoni ◽  
...  

2015 ◽  
Vol 3 (1) ◽  
pp. 309
Author(s):  
Guest Editors: M. Campanini ◽  
R. Nardi ◽  
G. Pinna

<img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong><em>Position paper </em>FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti </strong><strong>Ospedalieri Internisti) sulla prevenzione cardiovascolare </strong><strong>nei pazienti complessi a rischi</strong><strong>o</strong>     309<br /><em>M. Campanini, G. Pinna, R. Nardi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>La patogenesi dell’aterosclerosi</strong>     319<br /><em>C. Nardin, M. Rattazzi, P. Pauletto</em></p><p class="titolo"><strong>La prevenzione secondaria nella cardiopatia ischemic</strong><strong>a</strong>     328<br /><em>D. Panuccio, P. Verdecchia</em></p><p class="titolo"><strong>La prevenzione cardiovascolare nello scompenso cardiaco</strong>     339<br /><em>R. Cavaliere, F. Gallucci, G. Mathieu</em></p><p class="titolo"><strong>Prevenzione secondaria degli eventi cerebrovascolari </strong><strong>aterotrombotici</strong>     356<br /><em>M. Paciaroni, R. Frediani, M. Stornello, G. Agnelli</em></p><p class="titolo"><strong>Prevenzione cardiovascolare secondaria e nefropatia</strong>     364<br /><em>D. Manfellotto, G. Vescovo</em></p><p class="titolo"><strong>Arteriopatia obliterante periferica cronica degli arti inferiori</strong>     371<br /><em>F. Dentali, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>La prevenzione cardiovascolare secondaria nel paziente </strong><strong>con diabete mellito</strong>     379<br /><em>G. Augello, L. Magnani</em></p>


1970 ◽  
Vol 7-7 (1) ◽  
pp. 457-470 ◽  
Author(s):  
Sergio Marigo
Keyword(s):  

1969 ◽  
Vol 6 (1) ◽  
pp. 241-246 ◽  
Author(s):  
Sergio Marigo ◽  
Giovanni Nevo ◽  
Pier Paolo Bini
Keyword(s):  

2021 ◽  
Vol 29 (1) ◽  
pp. 16-22
Author(s):  
Jacopo Lomi ◽  
Alessio Montereggi ◽  
Alessio Mattesini ◽  
Giorgio Baldereschi ◽  
Marco Ciardetti ◽  
...  

Introduzione. L’ipertensione arteriosa resistente è correlata ad un alto rischio di eventi cardiovascolari maggiori (MACE), e non tutti i pazienti sono in grado di tollerare le terapie, o di ottenere una risposta adeguata a causa di una risposta incompleta ai farmaci o di una ridotta aderenza alla terapia. La denervazione renale transcatetere è un trattamento non farmacologico che potrebbe migliorare il controllo dell’ipertensione resistente. Ad oggi la sua applicazione clinica è limitata dai risultati contrastanti degli studi eseguiti per verificarne l’efficacia. Scopo. Questo studio si pone l’obiettivo di analizzare l’efficacia a lungo termine della denervazione renale transcatetere nel trattamento dell’ipertensione arteriosa (IA) resistente. Si sono ricercati inoltre criteri preoperatori predittivi di efficacia della procedura, confrontando vari sottogruppi di pazienti, e considerando le diverse tecniche esecutive (cateteri unipolari, cateteri multipolari o a palloncino). Metodi e risultati. In questo studio multicentrico sono stati coinvolti 38 pazienti con un’età media di 61,2 anni trattati con denervazione renale transcatetere tra luglio 2012 e dicembre 2018 in cinque centri toscani: Azienda Ospedaliero- Universitaria Careggi (Firenze), Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio per la Ricerca Medica e di Sanità Pubblica – CNR Regione Toscana (Pisa) ed Ospedale di Lucca. Sono stati registrati i dettagli tecnici delle procedure di denervazione e le immagini acquisite tramite procedure diagnostiche in preparazione agli interventi e durante il loro svolgimento. L’efficacia della procedura è stata valutata con un follow-up clinico medio di 5,1 anni e con un follow-up strumentale con 24h ABPM di un anno. Inoltre, durante il follow-up, prolungato fino a settembre 2019, sono state eseguite misurazioni della funzionalità renale e sono state registrate le modifiche della terapia farmacologica fino a 7 anni dall’intervento mediante consultazione delle cartelle cliniche ed interviste ai pazienti. In seguito alla denervazione renale, sono state rilevate diminuzioni statisticamente significative dei valori di PA sistolica (– 10,7 ± 6,0 mmHg) e diastolica (5,3 ± 3,9 mmHg) al 24h ABPM. Inoltre, è stata osservata una diminuzione significativa della terapia farmacologica antiipertensiva (-1,2 farmaci). Non si sono verificate complicanze correlate alla procedura, ad eccezione di due lievi ematomi nel sito di accesso femorale. Non sono state rilevate differenze significative di efficacia analizzando i pazienti in base alla tipologia di catetere utilizzato per l’intervento, all’età, al sesso ed alla presenza di diabete mellito. Conclusioni. I risultati di questo studio confermano l’efficacia e la sicurezza a lungo termine della denervazione renale transcatetere nel trattamento dell’IA resistente. Non sono state individuati parametri clinici o procedurali per identificare pazienti più o meno responsivi alla terapia.


2018 ◽  
pp. 1-83
Author(s):  
Guest Editors: F. Bertoncini ◽  
C. Gatta ◽  
G. Pentella

Introduzione Background La nursing clinical competence Il concetto di clinical competence in medicina interna Declinare e classificare i livelli di competenza Aree di assistenza nei contesti di area medica  Il paziente cronico Scompenso cardiaco La broncopneumopatia cronica e ostruttiva La cirrosi epatica La pancreatite Il diabete mellito Il delirium La depressione Il paziente critico L’ipertensione La trombosi venosa profonda L’ischemia cerebrale La disfagia Gli squilibri idroelettrolitici Le polmoniti I sanguinamenti gastro-intestinali La sepsi Il monitoraggio cardiaco La ventilazione non-invasiva L’ecografia operativa bedside Somministrazione di terapia e chemioterapia Le lesioni da pressione Il dolore Gli accessi vascolari Il paziente fragile La dimissione difficile Il fine vita Obiettivo Metodi Risultati Conclusioni Bibliografia


2020 ◽  
Vol 21 (1) ◽  
pp. 19-24
Author(s):  
Sergio Di Molfetta ◽  
Luigi Laviola ◽  
Francesco Giorgino
Keyword(s):  

2012 ◽  
Vol 13 (6) ◽  
pp. 279-279
Author(s):  
M. Terzolo ◽  
G. Reimondo ◽  
I. Chiodini ◽  
R. Castello ◽  
R. Giordano ◽  
...  

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