Valutazione preoperatoria degli aneurismi intracranici con angio-TC spirale multislice

2001 ◽  
Vol 14 (3_suppl) ◽  
pp. 265-268 ◽  
Author(s):  
F. Briganti ◽  
A. Elefante ◽  
F. Tortora ◽  
G. Ponticiello ◽  
S. Cirillo ◽  
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2003 ◽  
Vol 16 (3) ◽  
pp. 421-424
Author(s):  
M. Maffei ◽  
S. Battaglia ◽  
G. Tani ◽  
G. Gavelli ◽  
F. Florio ◽  
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1997 ◽  
Vol 10 (2_suppl) ◽  
pp. 142-142
Author(s):  
R. Cotroneo ◽  
M. Dazi ◽  
R. Gigli ◽  
C. Guidetti ◽  
A. Pingi ◽  
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Gli autori presentano 18 casi di pazienti portatori di aneurismi cerebrali sottoposti ad embolizzazione mediante uso di spirali a distacco elettrolitico (GDC), controllati a distanza di tre e sei mesi con Angio-RM 3D TOF. Come è noto il protocollo internazionale prevede controlli angiografici a distanza di una settimana, tre mesi, sei mesi, un anno, per gli aneurismi spiralizzati con GDC. Il fine è di controllare una eventuale riabilitazione dell'aneurisma o un aumento delle dimensioni del colletto qualora questi non fosse stato totalmente obliterato. Gli autori hanno suddiviso gli aneurismi in base alle dimensioni della sacca (<1 cm, 1–2.5 cm, >2.5 cm) e in base alle dimensioni del colletto (<4 mm o >4 mm). Inoltre gli aneurismi sono stati suddivisi, dopo il trattamento, in totalmente embolizzati, parzialmente embolizzati, ed embolizzati con residuo di colletto. Al fine di evitare ai pazienti ripetuti esami angiografici con i rischi connessi alla somministrazione di m.d.c. iodato ed a ripetuti traumatismi nelle sedi di puntura, gli AA. hanno ipotizzato di verificare possibilità alternative di immagine. La presenza delle spirali di platino rende, per i noti artefatti, di difficile interpretazione l'Angio-TC con ricostruzione tridimensionale. L'Angio-RM presenta limiti per artefatti dovuti a caduta di segnale proprio in prossimità del colletto dell'aneurisma per turbolenze di flusso. Tale turbolenza è un aspetto fisico che si presenta quanto la sacca aneurismatica è pervia; una volta obliterata il flusso dovrebbe risultare più regolare. Per confermare tale ipotesi, sono state confrontate le Angiografie digitali eseguite a tre e sei mesi dalla spiralizzazione con le Angio-RM eseguite nello stesso periodo tutte con il medesimo tomografo a RM di media intensità di campo (0,5T). Gli autori illustrano i risultati, i limiti e discutono le indicazioni di un protocollo di Angio-RM per alcuni aneurismi sottoposti a embolizzazione.


2014 ◽  
Vol 26 (4) ◽  
pp. 389-397
Author(s):  
Rodolfo F. Rivera ◽  
Costanza Casati ◽  
Paolo Vercelloni ◽  
Antonio De Pascalis ◽  
Fulvio Floccari ◽  
...  

La malattia autosomica dominante policistica renale (ADPKD) è la malattia genetica più comune in nefrologia. Due geni sono stati implicati nello sviluppo della malattia: PKD1 sul cromosoma 16 (85%) e PKD2 sul cromosoma 4 (15%). La ADPKD è clinicamente caratterizzata da coinvolgimento renale ed extrarenale espresso con la comparsa di manifestazioni cistiche e non cistiche. Dal momento che le complicanze cardiovascolari sono la principale causa di morbilità e mortalità, questa revisione si propone di analizzare il coinvolgimento cardiaco e vascolare in ADPKD. L'ipertensione è uno dei sintomi più frequenti e comune e si verifica in circa il 60% dei pazienti prima della comparsa di disfunzione renale. L'effetto dell'ipertensione sulla progressione verso stadi terminali della malattia renale, rende tale fattore di rischio uno dei più importanti e potenzialmente trattabili in ADPKD. L'ipertrofia ventricolare sinistra, spesso rilevata in questi pazienti, rappresenta un altro importante fattore di rischio indipendente per morbilità e mortalità cardiovascolare nella ADPKD. Altre anomalie come la disfunzione diastolica biventricolare, la disfunzione endoteliale e l'aumento dello spessore intima-media carotideo sono presenti anche in giovani pazienti con ADPKD con normale pressione sanguigna e la funzione renale ben conservata. Gli aneurismi intracranici, quelli extracranici e i difetti valvolari cardiaci sono altre manifestazioni cardiovascolari di comune riscontro nei pazienti con ADPKD. Il trattamento precoce dell'ipertensione mediante l'uso di agenti bloccanti del sistema renina-angiotensina-aldosterone potrebbe svolgere un effetto nefroprotettivo e ridurre l'insorgenza di complicanze cardiovascolari nei pazienti con ADPKD.


1994 ◽  
Vol 7 (5) ◽  
pp. 735-744 ◽  
Author(s):  
G. Scotti ◽  
C. Righi ◽  
A. Mele ◽  
S. Mazzitelli ◽  
A. Longo

In vista del possibile cambiamento del sistema di pagamento delle prestazioni sanitarie, con il passaggio dalla attuale forma di contabilizzazione delle giornate di degenza a quella di rimborso per caso trattato (in analogia con i DRG americani), diventa fondamentale conoscere con precisione i costi reali delle singole procedure e dei singoli trattamenti. Questo articolo analizza esclusivamente i costi di alcune delle più comuni procedure di Neuroradiologia Terapeutica Endovascolare, attraverso una valutazione analitica dei prezzi dei materiali di consumo, dei costi del personale coinvolto e delle attrezzature. Viene analizzato il costo delle seguenti procedure: angiografia diagnostica, primo tempo indispensabile per qualunque procedura di terapia endovascolare; angioplastica della succlavia; trattamento endovascolare degli aneurismi intracranici con spirali staccabili (GDC); trattamento endovascolare delle malformazioni arterovenose cerebrali. Di particolare interesse nei risultati è il riscontro che i costi fissi, vale a dire ammortamento e manutenzione delle attrezzature, incidono per una percentuale variabile che oscilla fra il 6,4% per il trattamento degli aneurismi con spirali staccabili (GDC) e il 45,7% per l'angiografia diagnostica. Ciò per l'alto costo dei materiali di consumo, in particolare le spirali, nel trattamento degli aneurismi. Il costo del personale oscilla frail 6 e il 15%. Il costo di una angiografia diagnostica, intorno ad un milione e settecentomila lire, è superiore alle attuali cifre di rimborso del nomenclatore tariffario. Il costo per un trattamento di angioplastica della succlavia e intorno ai 3 milioni mentre quello di un aneurisma intracranico di piccole dimensioni, che richieda l'impiego di una sola spirale, è intorno ai 7 milioni. Verranno in un prossimo articolo presi in considerazione i costi degli interventi chirurgici per patologie equivalenti e verrà quindi effettuata una valutazione comparativa, includendo la durata e il costo del periodo di degenza.


2003 ◽  
Vol 16 (1_suppl) ◽  
pp. 149-149
Author(s):  
M. Leonardi ◽  
L. Simonetti ◽  
P. Cenni ◽  
L. Raffi

2003 ◽  
Vol 16 (1_suppl) ◽  
pp. 145-147 ◽  
Author(s):  
K. Pardatscher ◽  
C. Ceccotti ◽  
C. Stanà ◽  
C. Bombardieri ◽  
S. Pardatscher

1997 ◽  
Vol 10 (2_suppl) ◽  
pp. 249-250
Author(s):  
D. Fiore ◽  
G. Dalla Pietà

We report the results of our experience in the endovascular treatment (GDC) of intracranial posterior circulation aneurysms. In our Centre endovascular treatment is the method of choice for patients with such aneurysms.


1994 ◽  
Vol 7 (5) ◽  
pp. 723-733 ◽  
Author(s):  
G. Scotti ◽  
C. Righi ◽  
F. Simionato ◽  
Ming Hua Li

Tra Giugno 1993 e Agosto 1994, sono stati trattati con spirali staccabili di Guglielmi 32 pazienti con aneurismi intracranici subaracnoidei. Il gruppo è composto da 24 femmine e 8 maschi, con età media di 53 anni. Venti pazienti sono stati trattati in fase acuta a seguito di emorragia subaracnoidea; 12 sono stati diagnosticati per la presenza di segni neurologici legati alla sede e dimensione dell'aneurisma (effetto massa, deficit di nervi cranici), o sono stati un riscontro occasionale. Per quanto riguarda le dimensioni, 15 aneurismi erano piccoli (meno di 10 mm di diametro), 11 erano grandi (fra 10 e 25 mm di diametro) e 6 erano giganti (più di 25 mm di diametro, comprendendo la porzione eventualmente trombizzata). Un elemento importante nel condizionare le probabilità di successo del trattamento endovascolare è rappresentato dalle dimensioni del colletto in rapporto alle dimensioni dell'aneurisma: 14 aneurismi avevano un colletto di diametro inferiore ai 4 mm (10 piccoli, 3 grandi e un gigante) e 12 un colletto di diametro superiore ai 4 mm (3 piccoli, 5 grandi e 4 giganti); negli altri 6 non è stata possibile una valutazione sufficientemente accurata. Gli aneurismi del circolo posteriore erano 11, 8 dell'apice e 3 del tronco della basilare. Tutti i pazienti sono stati trattati in anestesia generale; gli ultimi 22 pazienti erano in eparinizzazione totale. I controlli a distanza sono disponibili solo per un numero limitato di pazienti (3 a 12 mesi; 5 a 6 mesi e 2 a 4 mesi); tutti i pazienti hanno avuto un controllo angiografico immediato e ad una settimana dal trattamento. Secondo il protocollo tutti i pazienti avranno un controllo angiografico ad un anno e possibilmente a 24 mesi dal trattamento. Il controllo angiografico ha mostrato occlusione completa dell'aneurisma in 18 pazienti (56%), occlusione parziale in dodici (38%) (di cui in 6 superiore all '80%). In due pazienti (6%) non è stato possibile posizionare il microcatetere Tracker all'interno dell'aneurisma. Questi due pazienti sono stati successivamente operati, come altri due in cui non era stato possibile posizionare un numero di coils adeguato per ottenere un packing soddisfacente ed era residuato un colletto non protetto. Tre pazienti sono stati trattati due volte; in due il trattamento è stato ripetuto perchè un controllo a 6 mesi aveva documentato ricanalizzazione parziale dell'aneurisma, nel terzo perchè il posizionamento delle coils era stato interrotto la prima volta per il riscontro di embolo nella arteria cerebrale media. Non si sono rilevate differenze nella percentuale di occlusione in funzione della sede dell'aneurisma; per quanto riguarda le dimensioni, la percentuale di occlusione completa e del 33% negli aneurismi giganti, del 63% in quelli grandi e del 70% in quelli piccoli. Nella nostra casistica il diametro del colletto non sembra influenzare in maniera significativa la percentuale di chiusura completa; ciò può essere tuttavia espressione del numero per ora basso di aneurismi trattati. Sui 14 aneurismi con colletto piccolo si è avuta chiusura completa in 5 dei 10 piccoli, vale a dire solo il 50%. Tuttavia in due pazienti non e stato possibile introdurre le spirali nell'aneurisma e si tratta quindi di insuccessi tecnici. Se quindi si considerano 8 aneurismi trattati la percentuale sale al 62%. Tutti i tre aneurismi grandi sono stati occlusi completamente (100%) mentre la chiusura dell'unico aneurisma gigante è stata parziale. Nei 12 aneurismi con colletto di diametro superiore ai 4 mm, 2 su 3 piccoli sono stati chiusi completamente (66%), 3 su 5 grandi (60%) e 1 su 4 giganti (25%). Nessun paziente è morto in conseguenza diretta del trattamento; due pazienti, entrambi con emorragia subaracnoidea di grado 3–4 sono morti cinque giorni dopo il trattamento. Si trattava di aneurismi della comunicante anteriore, in un caso associato a spasmo della cerebrale anteriore con successivo infarto frontale e nell'altro con ematoma frontobasale mesiale, prodottosi dopo il posizionamento delle coils. Si sono registrate 5 complicanze emboliche (15%) durante il trattamento o nelle prime dodici ore successive; tutte tranne una in pazienti non eparinizzati. Quattro delle complicanze sono state sintomatiche con deficit neurologici residui in 3 pazienti, da lieve afasia a grave emiparesi. In un paziente si è prodotta rottura dell'aneurisma nel corso del posizionamento delle coils, per eccessivo avanzamento del Tracker dopo la quarta coil. Il posizionamento di una quinta coil ha conseguito il tamponamento della rottura. In totale sono state impiegate 155 spirali con una media di cinque spirali per paziente; questo alto numero è spiegato dalla prevalenza, nel nostro gruppo, di aneurismi grandi o giganti.


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