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(FIVE YEARS 1)

2022 ◽  
Author(s):  
Alessio Basolo ◽  
Paola Fierabracci ◽  
Ferruccio Santini
Keyword(s):  

SommarioLa capacità di modulare l’introito calorico in risposta ai cambiamenti della richiesta energetica è essenziale per la sopravvivenza dell’individuo. L’apparente spontaneità con cui decidiamo di alimentarci dipende da una complessa interazione tra percezioni visive olfattive e cognitive e il sistema nervoso centrale che integra a livello ipotalamico i segnali periferici relativi allo stato nutrizionale. La conservazione dell’equilibrio energetico può essere considerata un processo dinamico e, sotto controllo fisiologico ideale, le variazioni di un componente (spesa energetica) provocano cambiamenti compensatori biologici e/o comportamentali nell’altra parte del sistema (introito calorico) e viceversa. Nella vita di tutti i giorni un abbinamento così perfetto tra apporto energetico e dispendio energetico è difficilmente raggiungibile e il tessuto adiposo funge da deposito dinamico, proteggendo dalle inevitabili deviazioni dell’equazione di equilibrio. Recenti studi hanno dimostrato che la risposta adattativa della spesa energetica a differenti interventi dietetici (alimentazione eccessiva o restrizione calorica) identifica la presenza di due differenti fenotipi metabolici (“dissipatore” e “risparmiatore”). In questa rassegna verranno discussi i principi fondamentali dell’equazione del bilancio energetico e il loro metodo di misurazione mediante camera metabolica. Verranno inoltre descritti i due diversi fenotipi metabolici che possono indicare la propensione di un individuo a essere più o meno incline allo sviluppo dell’obesità.


2021 ◽  
Vol 21 (3) ◽  
pp. 88-104
Author(s):  
Giuseppe Carmelo Pillera

In the presented case study we deepen the results of an international comparative research concerning the section of the survey carried out in Italy, going into detail about the situation related to the use of ICT in prison in our country during the Covid-19 pandemic. By proposing large excerpts of the interviews collected from four privileged witnesses (a prison manager, a school principal and two teachers), the article, through the examination of the practices told and the reflections collected, intends to probe the existing imaginaries on the use of ICT in the prison context, comparing points of view of different roles and examining the diachronic perspectives: pre/post pandemic and the prospects of future development.   Le TIC in carcere durante la pandemia da Covid-19: uno studio di caso.   Nello studio di caso presentato approfondiamo i risultati di una ricerca comparativa internazionale che riguardano la sezione dell’indagine svolta in Italia, scendendo nel dettaglio della situazione relativa agli utilizzi delle TIC in carcere nel nostro Paese durante la pandemia da Covid-19. Proponendo ampi stralci delle interviste raccolte da quattro testimoni privilegiati (un dirigente carcerario, un dirigente scolastico e due docenti), l’articolo, attraverso l’esame delle pratiche raccontate e delle riflessioni raccolte, intende sondare gli immaginari esistenti sull’utilizzo delle TIC in contesto penitenziario, confrontando punti di vista di ruoli differenti ed esaminandone lo svolgimento diacronico pre/post pandemia e le prospettive di sviluppo futuro.


2021 ◽  
pp. 595-643
Author(s):  
Marialuisa Bottazzi
Keyword(s):  

Solo un numero esiguo di chartae rogate sin dall’alto medioevo si può dire abbia avuto una vita parallela alla consueta e preminente destinazione giuridica o amministrativa notarile grazie alla scelta d’incidere su pietra, il più delle volte da parte dei legatari, anche una sola parte del contenuto testuale pergamenaceo al fine di notificare, di pubblicizzare e di perpetuare, generalmente pro redemptione animae, la memoria di quanto veniva disposto da agiati benefattori a favore, in un primo tempo delle istituzioni monastiche ed ecclesiastiche e più tardi anche gli enti assistenziali, sia religiosi sia laici. La maggior parte di queste non numerose iscrizioni, che classifichiamo come chartae lapidariae, per lo stretto rapporto con le chartae notarili da cui derivano, sono state per la maggior parte prodotte in Italia sin dalla fine del secolo X per essere esposte con una certa frequenza nei luoghi sacri o molto attigui degli stessi. Nella maggior parte dei casi si parla di iscrizioni contenenti atti testamentari o di donazione inter vivos o mortis causa; meno frequentemente il loro tenore dispositivo e probatorio riconduce a bolle papali, decreti o a diplomi regi o imperiali. In ogni caso, siamo sempre di fronte a documenti incisi indiscutibili secondo qualsiasi piano giuridico ma che, per la consuetudinaria perdita del documento notarile da cui derivano e per la facile mancanza anche di uno degli elementi essenziali della charta, per esempio, della datatio, probabilmente per la funzione generalmente assunta, sin dall’impiego romano, di “regesto” dell’atto originale, per la mancanza, si diceva di alcuni elementi essenziale del documento notarile difficilmente possono essere considerati “documenti in senso proprio”, ma solo dei “monumenti” epigrafici a sé stanti, quindi particolarmente interessanti da analizzare solo per il loro “peso” storico. Malgrado ciò, per tutti gli elementi fin qui considerati e riassumibili nella difficoltà di dimostrare l’attendibilità dei contenuti incisi su pietra data l’impossibilità di ricostruire l’intimo impiego epigrafico/documentario intrinseco delle carte lapidarie con il loro originale notarile perduto, qualche importante attenzione verso questo tipo di documentazione è comunque giunta nel secolo scorso grazie ai lavori di Pietro Sella, di Cinzio Violante e di Ottavio Banti. Ciò nonostante, ancora oggi, le chartae lapidariae risultano poco considerate sebbene dinanzi a una rarefazione documentaria, per esempio nel caso di Milano, risultino efficaci per definire il ruolo dei laici sia entro lo spazio ecclesiale sia nella società; sia nello studio degli enti assistenziali, sia religiosi sia laici, come dei ceti dominanti dell’Italia e in special modo di Milano, del secolo XI. Se, dunque sull’interesse storico, seppur analitico dei contenuti della chartae lapidariae, sembra aver spesso prevalso il “peso” diplomatistico, che pone dei limiti all’attendibilità giuridica delle carte lapidarie,con questo lavoro si vuol richiamare l’attenzione su tre casi importanti e eccezionali prodotti nell’ultimo ventennio del secolo XI a Viterbo, a Milano e a Collescipoli.


2021 ◽  
Author(s):  
Guglielmo Barucci ◽  
Paolo Borsa ◽  
Rossana Guglielmetti ◽  
Luca Sacchi ◽  
Roberto Tagliani
Keyword(s):  

“Stai fermo un girone” è un gioco concepito sul modello del tradizionale “gioco dell’oca”, dedicato all’Inferno di Dante Alighieri e alle discipline della ricerca umanistica coinvolte nello studio del Medioevo. Per avanzare e vincere non occorrono soltanto conoscenze sui canti, i personaggi e i temi infernali, ma ci si dovrà anche confrontare con diversi metodi di indagine applicati ai testi negli studi universitari: questa, anzi, sarà la porta d’accesso per guardare all’opera dantesca sullo sfondo dell’intero Medioevo, con la sua storia, le sue idee, la sua cultura, i problemi che si è posto e le risposte che ha provato a dare. Il gioco potrà servire a stimolare e consolidare l’apprendimento in studenti delle superiori che incontrino per la prima volta i versi danteschi, o essere occasione per tutti gli appassionati per rivivere e ricordare – in maniera più disimpegnata – letture del passato. Grazie ai suoi tre livelli di difficoltà, infatti, si adatta a tutti i giocatori, dai principianti agli esperti. Il formato stampabile e ritagliabile permette a ciascuno di costruirsi il suo set di carte, segnalini e tavola da gioco e di immergersi nell’Inferno e nel mondo di Dante.


Author(s):  
Claudia Bartalucci et al.
Keyword(s):  
Hiv Rna ◽  

L'aumento dell'aspettativa di vita delle persone che vivonocon l'HIV (PHIV) ha portato negli ultimi anni ad un aumentodella prevalenza delle comorbidità metaboliche, in particolaresovrappeso e obesità, le cui cause sono attualmenteoggetto di ricerca.<br />Lo scopo di questo studio è quello di valutarel'aumento di peso annuale di PHIV sovrappeso e obesi equali fattori clinici e terapeutici sono associati a un maggioreaumento di peso.Studio di coorte retrospettivo condotto nel periodo marzo 2011-marzo 2021, che ha incluso PHIV con BMI ≥25 kg/ m²(sovrappeso) o ≥30 kg / m² (obesi).<br /> L'associazione tra aumentodi peso annuale e variabili cliniche e farmacologiche è statatestata con un modello di regressione lineare.Sono stati inclusi nello studio 164 PHIV di cui il 73% maschi.<br />L'età mediana al momento dell'arruolamento era di 53.5(±10.34) anni, BMI 29.7 (±4.35) kg/m² con il 34% di PHIVobesi e il 66% di PHIV in sovrappeso nella coorte.<br /> Il 96% deipartecipanti allo studio aveva un HIV-RNA <50 copie/ml, conlinfociti T CD4+ medi di 640 (q1 457.5 q3 914.5) cellule/mm³.<br />L’84,5% dei PHIV ha avuto un aumento di peso durante i 10anni di osservazione, con un incremento ponderale medio di1.30 (±1.70) kg/anno di osservazione: +0.91 (±1.20) kg/annonei PHIV sovrappeso e +2.05 (±2.21) kg/anno nel PHIV obesi.<br />All'analisi univariata, un maggiore aumento di peso è statoassociato a una carica virale più elevata (copie/anno) (VCY,ß+0.30, 95%CI +0.12; +0.36, p<0.001), mentre una correlazioneinversa è stata riscontrata con l'esposizione cumulativaagli inibitori della proteasi (IP, ß -0.15, 95%CI -0.08; 0.00,p=0.08), agli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa(NNRTI, ß -0.18, 95%CI 0.011; -0.001, p=0.021), con l’etàavanzata (ß -0.23, 95%CI -0.07; -0.01, p=0.003) e gli anni totalidi infezione da HIV (ß -0.31, 95%CI -0.08; -0.03, p<0.001).<br />Dopo l'aggiustamento per i principali fattori confondenti, glianni di infezione da HIV sono rimasti l'unico fattore significativamente correlato all'andamento del peso nel corso deglianni, (ß -0.32, 95%CI -0.08; -0.03, p<0.001) con una correlazioneinversamente proporzionale tra anni di infezione e aumentodi peso.In conclusione, tra i PHIV in sovrappeso e obesi, l'84,5% haaumentato il proprio peso in un follow-up di 10 anni.<br />L'entitàdell'aumento di peso era inversamente proporzionale aglianni di infezione da HIV.<br />I nostri risultati mostrano un aumentomaggiore del peso globale subito dopo la diagnosi di infezioneda HIV, coerentemente con un fenomeno del ritorno alla salute,e un aumento più lento ma continuo negli anni successivi,durante un follow-up di 10 anni, indipendentemente dal tempocumulativo trascorso sui farmaci PI, NNRTI e INI.


2021 ◽  
pp. 164-174
Author(s):  
Annapaola Giannelli
Keyword(s):  

L'autrice in questo articolo utilizza il Mito di Enea per descrivere la continuità dell'Essere nella discontinuità dell'Esistenza. Ella utilizza il Mito come suggerisce Bion quale struttura psicologica narrativa che consente di accedere all'Inconscio similmente al sogno. I traumi che Enea vive interrompono la linearità del tempo vissuto ma egli ha la ca-pacità di resistere e di rialzarsi. Tale capacità si fonda sull'interiorizzazione di un oggetto materno che abbia svolto la funzio-ne di segnalare i vissuti di odio e di aver dato indicazioni per la tra-sformazione dei sentimenti d'ira e di rabbia, non nell'agito ma nella capacità di superare l'odio stesso. Enea rappresenta colui che è in gra-do di ‘soffrire' il dolore e di trasformarlo in quanto la sua vita è im-prontata nella dimensione della fiducia e del lutto, elementi intrinseci che l'autrice ritiene si possano rintracciare nello studio psicoanalitico che i Miti suggeriscono come espresso nella teoresi bioniana. L'autrice utilizza la funzione del ‘tempo' per descrivere questi passaggi e la per-cezione di sé come unitario nei tempi del passato, presente e futuro senza che i suoi pensieri sfocino nella follia.


2021 ◽  
pp. 207-222
Author(s):  
Zdzisław Żywica
Keyword(s):  

Nello studio presentato della pericope Mt 1,18-25 l’Autore cerca delle risposte alle domande che seguono. L’Evangelista non vuole forse dire in essa che Giuseppe che esegue l’ordine del Signore pronunciato dall’angelo (1,24-25) si lascia già guidare dalla giustizia evangelica, chiamata in seguito da Gesù «giustizia superiore» (5,20)? Se è così, non lo indica forse qui come tipo ideale di Israelita biblico giusto che vive la volontà di Dio per coloro che sarebbero voluti divenire discepoli del Messia e Figlio di Dio, che desiderano vivere una «giustizia superiore» nella Chiesa da Lui edificata (16,18)? E quindi Matteo non vuole con ciò dire che il processo di metanoia, che Giuseppe visse nell’incontro con il Verbo di Dio, è l’anticipazione del cammino di metanoia della Buona Novella predicata da Gesù ai suoi discepoli (4,17), e tramite gli stessi, a tutti i popoli fino alla fine del mondo (28,16-20)? Lo studio esegetico-teologico condotto consente di constatare che l’Evangelista Matteo in tale evento mostra effettivamente Giuseppe che visse la sua metanoia personale, sotto l’influenza della Parola del Signore udita e, grazie ad essa, divenne il tipo ideale di uomo di giustizia evangelica per coloro che nel futuro, sotto l’influenza del Vangelo della «giustizia superiore» predicato da Gesù, avrebbero desiderato divenire discepoli di Emmanuele e Salvatore nella Chiesa da Lui edificata.


2021 ◽  
Author(s):  
Chiara Sonato ◽  
Luciano Colangelo ◽  
Marco Occhiuto ◽  
Veronica Cecchetti ◽  
Rachele Santori ◽  
...  
Keyword(s):  

SommarioLe manifestazioni cliniche non classiche dell’iperparatiroidismo primario, quali quelle cardiovascolari, gastrointestinali, neuromuscolari e articolari, disturbi neuropsicologici e decadimento cognitivo, alterazione dell’ematopoiesi e un aumentato rischio oncologico, a differenza di quelle a carico dello scheletro e del rene, non vengono ad oggi indagate in maniera sistematica nello studio del paziente con tale patologia; mancano inoltre dati univoci sulla loro epidemiologia, sulle caratteristiche cliniche, sulle conseguenze sulla qualità di vita e sulle possibili modificazioni dopo intervento di paratiroidectomia. In questa rassegna verranno trattate le recenti evidenze presenti in letteratura riguardo la presenza di complicanze definite non classiche.


Author(s):  
Crisafulli Francesco
Keyword(s):  

Lo studio svolge un’analisi trasversale dell’offertaformativa, delle attività professionalizzanti e di alcuni indicatori di andamento, dei 17 Corsi di Laurea per Educatore Professionale Snt-2, attivi in 14 atenei in Italia. Le proposte didattiche del settore scientifico disciplinare di riferimento MED/48 e le esperienze del tirocinio curriculare, sono esaminate in forma comparata tra i corsi con l’obiettivo di verificarne la coerenza con i problemi prioritari socio sanitari, le funzioni e attività delle “Core competence” della professione. Peculiarità, punti di forza e alcune criticità sono evidenziati nello studio relativamente alla situazione complessiva della figura professionale. I Corsi di Laurea fanno registrare un buon andamento di alcuni indicatori strategici come l’occupabilità dei laureati e la coerenza con le “Core Competence” dell’EP, nel ventesimo anno accademico di istituzione del corso sanitario in ambito accademico.


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