filtrato glomerulare
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2018 ◽  
Vol 24 (2) ◽  
pp. 4-5
Author(s):  
R. Carpi

La Nefropatia da Mezzo di Contrasto (CIN) rappresenta una della cause più frequenti di insufficienza renale acuta in ambiente ospedaliero. L'introduzione del calcolo del filtrato glomerulare (e-GFR) al posto del semplice dosaggio della creatinina plasmatica, se da un lato consente una miglior identificazione dei pazienti a rischio, in particolare all'interno della fascia di popolazione più spesso sottoposta ad indagini radiologiche (pazienti anziane con comorbidità), dall'altro accresce il numero dei pazienti da considerare a rischio e da sottoporre a profilassi. L'aver riportato al valore di 45 mL/min dagli iniziali 60 il valore di cut-off in base al quale sottoporre il paziente a idratazione prof -lattica in caso di somministrazione di mezzo di contrasto per via endovenosa (la più frequentemente impiegata in ambito radiologico extrainterventistico), compensa tale incremento. I numerosi studi in letteratura e le linee guida internazionali descrivono multipli fattori di rischio ma convergono nel riconoscere nell'idratazione del paziente uno strumento utile per la profilassi della insorgenza della CIN. Questa potrà essere attuata in modo efficace solamente se si svilupperanno le sinergie organizzative necessarie tra medico prescrittore, radiologo e nefrologo.


2018 ◽  
Vol 24 (2) ◽  
pp. 6-8
Author(s):  
A. Lacquaniti ◽  
M. Buemi

La nefropatia da contrasto (CIN) rappresenta oggi la terza causa di insufficienza renale acuta (AKI) in pazienti ospedalizzati, condizione da ricondurre a un incremento dei pazienti che si sottopongono a procedure radiologiche interventistiche richiedenti la somministrazione intravascolare di mezzi di contrasto iodati (ICM). Bisogna inoltre considerare un incremento di soggetti con fattori di rischio quali l'età avanzata, una preesistente patologia renale, scompenso cardiaco, infarto del miocardio, diabete mellito. Si considera CIN la presenza di un incremento assoluto (= 0.5mg/dL) e relativo (= 25%), rispetto ai valori basali, della creatinina sierica (sCreat) a 48–72 ore dall'esposizione dell'ICM. È noto però come in pazienti con variazioni acute del filtrato glomerulare (GFR), sCreat è un marker dotato di poca sensibilità e specificità diagnostica. Infatti, il 25–50% dell'incremento della creatinina, con alto valore predittivo di CIN, si verifica più frequentemente solo 24 ore dopo la somministrazione dell'ICM. Negli ultimi anni, sono stati condotti studi non solo al fine di identificare nuovi biomarcatori, ma anche per valutare eventuali strategie terapeutiche preventive. La somministrazione endovenosa di soluzione salina allo 0.9% è ampiamente accettata come terapia profilattica di CIN. Diversi sono inoltre gli studi condotti che prevedono la somministrazione di bicarbonato di sodio o di N-acetilcisteina (NAC). Purtroppo molti studi mancano di potenza statistica o sono basati su diverse definizioni di CIN. Ciò ha determinato la mancanza di linee guida universali accettate dai radiologi, nefrologi, cardiologi o da altre figure professionali coinvolte. Sono quindi necessari ulteriori studi al fine di validare i risultati sino ad ora ottenuti, specie utilizzando marcatori dotati di maggiore potere diagnostico e prognostico rispetto alla creatinina sierica, quali NGAL, Cistatina C e KIM-1.


1973 ◽  
Vol 3 (1-4) ◽  
pp. 707-710
Author(s):  
Roberto Squerzanti ◽  
Alberto Farinelli ◽  
Bruno Bagni ◽  
Giancarlo Candini
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