L'endoarteriectomia, come confermano i risultati degli studi multicentrici NASCET (North American Symptomatic Carotid Endarterectomy Trial), ECST (European Carotid Surgery Trial) ed ACAS (Asymptomatic Carotid Atherosclerosis Study), rappresenta il trattamento di elezione delle stenosi aterosclerotiche interessanti il distretto extracranico dell'arteria carotide, sia nei pazienti sintomatici (stenosi > 70%) che asintomatici (stenosi > 60%). L'intervento chirurgico è gravato da un rischio cumulativo di morbilità-mortalità (stroke/morte) che il NASCET, l'ECST e l'ACAS segnalano, rispettivamente, nel 5,8%, 7,5% e 2,3%, insieme ad altre possibili complicanze: infarto miocardico (0,9%), paralisi di nervi cranici (7,6%), ematoma del collo (5,5%), infezioni (3,4%). Qualora, per ragioni cliniche od anatomiche, il rischio chirurgico sia troppo elevato, come nei pazienti cardiopatici, diabetici, con insufficienza polmonare o renale, con restenosi, con stenosi post-attiniche o fibrodisplastiche, con stenosi carotidee prossimali o distali, con lesioni «tandem», l'angioplastica transluminale percutanea (PTA) e/o lo Stenting carotideo possono rappresentare una valida alternativa terapeutica all'endoarteriectomia. In questo articolo presentiamo la nostra casistica relativa a 41 procedure (36 PTA; 5 Stenting), eseguite su 33 pazienti negli ultimi due anni. I trattamenti sono stati rivolti a 28 arterie carotidi interne, 4 arterie carotidi esterne, 2 arterie carotidi comuni, 2 tronchi anonimi; gli stents sono stati rilasciati in 4 arterie carotidi interne e in 1 arteria carotide comune. Le procedure regolarmente portate a termine sono state 37 (32 PTA; 5 Stents), con un ottimo risultato anatomico in 36 casi. Nei controlli a 6 mesi abbiamo riscontrato una ristenosi (< 60%), asintomatica. In questo articolo illustriamo il nostro protocollo, gli insuccessi tecnici, i risultati e le complicanze.