Survey condotta tra gli studenti di Medicina e quelli di Scienze Sociali sulla donazione del corpo a fini di ricerca e didattica

2021 ◽  
Vol 70 (4) ◽  
pp. 387-408
Author(s):  
Rosagemma Ciliberti ◽  
Chiara Bonzano ◽  
Paolo Petralia ◽  
Luca Lalli ◽  
Marta Licata ◽  
...  
Keyword(s):  

La legge italiana n. 10 febbraio 2020 “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica” mira a valorizzare la volontarietà della donazione del corpo (DC). In questo contesto assume rilievo il dibattito etico sul tema della donazione e sul suo significato profondo che pone in relazione la beneficialità con una visione relazionale dell’autonomia. Allo stesso tempo, non si possono trascurare le forti valenze simboliche che vengono attribuite al corpo. L’attuazione pratica della DC richiede, quindi, una strategia formativa ampia, capace di sviluppare l’assunzione di responsabilità rispetto al presente e alle generazioni future. In considerazione dell’importante ruolo che i medici, le professioni sanitarie e quelle sociali possono assumere nel promuovere tale pratica, è stata condotta un’indagine diretta a fare emergere le conoscenze e le convinzioni, presenti in tale ambito, tra gli studenti appartenenti alla Scuola Scienze Mediche e Farmaceutiche (SMF) e quelli frequentanti la Scuola di Scienze Sociali (SSS), nonché ad analizzare eventuali fattori che possono influenzare la DC. L’indagine ha evidenziato importanti carenze informative e formative su temi inerenti la cura, la donazione e il rispetto delle persone. Tali carenze risultano particolarmente significative per gli studenti appartenenti alla SMF che, quali futuri medici, potranno costituire un riferimento fondamentale per la diffusione della DC. Investire risorse economiche e intellettuali sulla competenza etica degli studenti può risultare un fattore di grande rilievo affinché la DC si configuri come una scelta responsabile, consapevole ed effettivamente praticata.

Author(s):  
Shirley Siew ◽  
W. C. deMendonca

The deleterious effect of post mortem degeneration results in a progressive loss of ultrastructural detail. This had led to reluctance (if not refusal) to examine autopsy material by means of transmission electron microscopy. Nevertheless, Johannesen has drawn attention to the fact that a sufficient amount of significant features may be preserved in order to enable the establishment of a definitive diagnosis, even on “graveyard” tissue.Routine histopathology of the autopsy organs of a woman of 78 showed the presence of a well circumscribed adenoma in the anterior lobe of the pituitary. The lesion came into close apposition to the pars intermedia. Its architecture was more compact and less vascular than that of the anterior lobe. However, there was some grouping of the cells in relation to blood vessels. The cells tended to be smaller, with a higher nucleocytoplasmic ratio. The cytoplasm showed a paucity of granules. In some of the cells, it was eosinophilic.


2009 ◽  
Vol 00 (00) ◽  
pp. 090513010017019-7
Author(s):  
Biagio Solarino ◽  
Giancarlo Di Vella ◽  
Thea Magrone ◽  
Felicita Jirillo ◽  
Angela Tafaro ◽  
...  

VASA ◽  
2002 ◽  
Vol 31 (4) ◽  
pp. 281-286 ◽  
Author(s):  
Bollinger ◽  
Rüttimann

Die Geschichte des sackförmigen oder fusiformen Aneurysmas reicht in die Zeit der alten Ägypter, Byzantiner und Griechen zurück. Vesal 1557 und Harvey 1628 führten den Begriff in die moderne Medizin ein, indem sie bei je einem Patienten einen pulsierenden Tumor intra vitam feststellten und post mortem verifizierten. Weitere Eckpfeiler bildeten die Monographien von Lancisi und Scarpa im 18. bzw. beginnenden 19. Jahrhundert. Die erste wirksame Therapie bestand in der Kompression des Aneurysmasacks von außen, die zweite in der Arterienligatur, der John Hunter 1785 zum Durchbruch verhalf. Endoaneurysmoraphie (Matas) und Umhüllung mit Folien wurden breit angewendet, bevor Ultraschalldiagnostik und Bypass-Chirurgie Routineverfahren wurden und die Prognose dramatisch verbesserten. Die diagnostischen und therapeutischen Probleme in der Mitte des 20. Jahrhunderts werden anhand von zwei prominenten Patienten dargestellt, Albert Einstein und Thomas Mann, die beide im Jahr 1955 an einer Aneurysmaruptur verstarben.


NOVAcura ◽  
2020 ◽  
Vol 51 (7) ◽  
pp. 1-60
Keyword(s):  

2013 ◽  
Vol 61 (S 01) ◽  
Author(s):  
B Vogel ◽  
H Gulbins ◽  
H Reichenspurner ◽  
A Heinemann ◽  
H Vogel

2013 ◽  
Vol 61 (S 01) ◽  
Author(s):  
B Vogel ◽  
H Gulbins ◽  
H Reichenspurner ◽  
A Heinemann ◽  
H Vogel

Sign in / Sign up

Export Citation Format

Share Document