tomografia computerizzata
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2021 ◽  
Vol 5 (2) ◽  
Author(s):  
Giovanni Petracca ◽  
Francesco Zappia ◽  
Giuseppe Maccarone

La Fascite Necrotizzante (FN) è un’infezione dei tessuti molli caratterizzata da un’estesa necrosi del tessuto adiposo sottocutaneo, delle strutture neurovascolari e della fascia. La caratteristica del caso clinico da noi trattato è stata l’aggressività e la rapida progressione della malattia. Una donna di 59 anni giungeva alla nostra osservazione in condizioni molto gravi con febbre e un’estesa area necrotica maleodorante in regione inguino-femorale destra con estensione alla coscia. In anamnesi nessuna patologia pregressa. Obesità. La minima cellulite cutanea presente all’esordio della malattia avrebbe potuto causare un ritardo nella diagnosi e ciò avrebbe potuto determinare una rapida progressione della malattia verso lo shock, l’insufficienza multiorgano e, in ultima analisi, la morte. La tomografia computerizzata e la risonanza magnetica possono essere utili nei casi in cui i segni sono dubbi o la diagnosi è incerta. Presenteremo di seguito una revisione dettagliata della letteratura e descriveremo le attuali modalità di trattamento. Nel caso in questione, lo sbrigliamento chirurgico aggressivo, la gestione medica della sepsi e delle comorbidità e la tempestiva chiusura della ferita mediante innesto dermo-epidermico sono stati fondamentali per un esito favorevole della patologia. La FN è una rara infezione dei tessuti molli pericolosa per la vita che si diffonde rapidamente e progressivamente lungo la fascia profonda. La prognosi dipende da una diagnosi accurata e da un trattamento immediato.


2017 ◽  
Vol 37 (2) ◽  
pp. 83-93
Author(s):  
L. Ugga ◽  
M. Ravanelli ◽  
A.A. Pallottino ◽  
D. Farina ◽  
C. Leone

La patologia infiammatoria ed ostruttiva delle ghiandole salivari riconosce molteplici eziologie con coinvolgimento del parenchima ghiandolare e/o del sistema escretore. Il quadro clinico è essenziale per indirizzare l’integrazione diagnostica con adeguate metodiche di imaging. Sulla base dell’anamnesi e dell’esame obiettivo, possono riconoscersi quattro scenari clinici: (1) tumefazione acuta generalizzata delle ghiandole salivari maggiori; (2) tumefazione acuta di un’unica ghiandola salivare maggiore; (3) tumefazione cronica generalizzata delle ghiandole salivari maggiori associata o meno a xerostomia; (4) tumefazione cronica o persistente di una singola ghiandola salivare maggiore. L’algoritmo diagnostico per la scelta della metodica di imaging più appropriata dipende quindi dallo scenario clinico. L’imaging è essenziale per confermare la diagnosi clinica, per definire l’estensione della patologia ed identificare eventuali complicanze. Le metodiche di imaging disponibili includono l’ecografia, la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, anche con scialografia RM.


2016 ◽  
Vol 36 (4) ◽  
pp. 300-309
Author(s):  
G.L. Fadda ◽  
M. Berrone ◽  
E. Crosetti ◽  
G. Succo

L'utilizzo diffuso degli impianti dentali e delle procedure ricostruttive per il loro posizionamento ha portato un aumento delle complicanze sinusali da patologia o trattamenti dentali (SCDDT). La diagnosi richiede una valutazione dentale e rinologica accurata, compresa la tomografia computerizzata (TC). Lo scopo di questo studio è stato quello di considerare un approccio multidisciplinare per il trattamento delle SCDDT, combinando la chirurgia endoscopica endonasale (EES) e l'approccio intraorale sulla base di un sistema di classificazione preliminare già proposto da altri autori. Inoltre, gli autori hanno analizzato la percentuale di sinusite mascellare a eziologica odontogena che si estende a interessare i seni etmoidali anteriori come anche i batteri coinvolti nella patogenesi delle SCDDT. Tra il gennaio 2012 e agosto 2015, nella nostra casistica di 31 pazienti, 16/31 pazienti (51,6%) sono stati trattati con approccio EES, 3/31 pazienti (9,7%) con approccio intraorale, e 12/31 pazienti (38,7%) con approccio combinato. Tutti i pazienti hanno riferito un miglioramento dei sintomi della rinosinusite, confermato attraverso i risultati degli esami clinici e della TC di controllo. Non è stata osservata nessuna complicanza significativa, né si è ricorsi a una revisione chirurgica. Infine, i risultati di questo studio preliminare suggeriscono che un approccio multidisciplinare delle SCDDT dalla diagnosi alla terapia permette una diagnosi più precisa e una terapia più esauriente, così da ottenere un rapido recupero, riducendo al minimo il rischio di recidiva.


2014 ◽  
Vol 26 (2) ◽  
pp. 182-185
Author(s):  
Fulvio Floccari ◽  
Rodolfo Rivera ◽  
Luca Di Lullo

La tomografia (TC) coronarica viene utilizzata su larga scala grazie alle sua caratteristiche di migliore risoluzione spazio-temporale. Il valore diagnostico della TC coronarica è andato via via migliorando grazie alla sua evoluzione in TC multistrato; si è, infatti, passati dagli originari 4 strati agli attuali 320 strati, con un netto guadagno in termini di risoluzione e, quindi, di nitidezza delle immagini. Nonostante l'indubbio valore diagnostico e, in parte, anche prognostico, la TC coronarica presenta indicazioni limitate in alcuni specifici campi di applicazione, in virtù dell'elevata prevalenza di artefatti e di falsi positivi determinati dalla presenza di calcificazioni vascolari e/o valvolari. Scopo della presente rassegna è quello di presentare l'evoluzione tecnologica della TC coronarica negli ultimi anni e le sue implicazioni dal punto di vista prognostico. (Cardionephrology)


2012 ◽  
Vol 37 (4) ◽  
pp. 123-134
Author(s):  
S. Carderi ◽  
D. Mazza ◽  
A. Silvestri

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