midollo spinale
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Author(s):  
Alex Costa Matos ◽  
Amanda Alves Fecury ◽  
Euzébio Oliveira ◽  
Carla Viana Dendasck ◽  
Cláudio Alberto Gellis de Mattos Dias
Keyword(s):  

La meningite è l’infezione delle meningi che coinvolgono il cervello e il midollo spinale e può essere causata da diversi microrganismi come batteri, funghi o organismi acellulari (virus). La meningite batterica può avere sintomi come febbre, torcicollo, nausea, vomito, fotofobia, mal di testa, agitazione e convulsioni. Questo studio mirava a mostrare il numero di casi confermati di meningite in Brasile, per quanto riguarda l’anno, la regione di notifica, il gruppo di età, il sesso e la razza nel periodo dal 2011 al 2015. La ricerca quantitativa è stata condotta nel database DATASUS [7] . I casi confermati di meningite in Brasile nel 2015, sono diminuiti a causa delle campagne di prevenzione e igiene promosse dal governo federale, con l’ausilio di campagne di vaccinazione. Il sud-est, essendo la regione più popolosa del Brasile, ha avuto un numero maggiore di casi confermati a causa della grande concentrazione di individui che vivono negli stessi ambienti all’interno della società. Ciò fa sì che l’agente patogeno si diffonda in modo più dinamico. I bambini ei giovani erano le persone più colpite dalla meningite perché trascorrevano un lungo periodo di tempo in ambienti scolastici con un gran numero di individui.


2010 ◽  
pp. 177-245
Author(s):  
Rudolf Nieuwenhuys ◽  
Jan Voogd ◽  
Christiaan van Huijzen ◽  
Michele Papa
Keyword(s):  

Author(s):  
Luigia Romano ◽  
Loredana Di Nuzzo ◽  
Rosa Ignarra
Keyword(s):  

2006 ◽  
Vol 55 (5) ◽  
Author(s):  
Jacques Suaudeau

In questa seconda parte, l’attenzione viene focalizzata sulle “cellule staminali non embrionali”, cioè le cellule staminali somatiche (di origine fetale o adulta) e le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale. Queste cellule, spesso definite “cellule staminali adulte”, sono state identificate prima delle cellule staminali embrionali. Infatti, l’espressione stessa di cellula “staminale” deriva dall’identificazione delle cellule staminali emopoietiche nel midollo osseo (1961). Più tardi le ricerche hanno evidenziato la presenza di tali cellule immature, multipotenti, che si auto-rinnovano e si auto-differenziano pressoché in tutti i tessuti ed organi del feto e dell’adulto. Appena scoperte, queste cellule staminali “adulte” hanno trovato subito un impiego terapeutico con i primi trapianti di midollo osseo per il trattamento di patologie, maligne e non, del sangue e del sistema linfoide. Oggi le cellule staminali emopoietiche sono usate anche nel trattamento di malattie auto-immuni, come la sclerosi multipla o il lupus erythematosus e nella medicina rigenerativa. Una seconda fonte importante di cellule staminali “adulte” è rappresentata dalle cellule staminali mesenchimali, situate principalmente nel midollo osseo, progenitrici di vari ceppi cellulari: osso, cartilagine, muscolo, tessuto adiposo e astrociti. Queste cellule sembrano avere un ruolo-chiave nella rigenerazione dei tessuti. Sono stati isolati diversi tipi di cellule mesenchimali multipotenti, con proprietà paragonabili a quelle delle cellule staminali embrionali. Il più noto è quello delle MAPCs di Catherine Verfaillie. Queste cellule sono usate clinicamente per vari scopi, tra cui la rigenerazione del miocardio infartuato, l’angiogenesi terapeutica in pazienti con ischemia periferica acuta (specialmente la malattia di Buerger) e il bioengineering (rivestimento cellulare di legamenti o di valvole cardiache sostitutive). In questo ambito si sono registrati risultati incoraggianti nell’animale per il trattamento delle malattie neurodegenerative, dell’ictus, del trauma cerebrale e dei danni del midollo spinale. Sono stati isolati molti altri tipi di cellule staminali “adulte” le cui proprietà riparatrici sono state verificate con successo nell’animale: cellule staminali neuronali (per il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, il morbo di Huntington, l’ictus, il trauma cerebrale, le lesioni del midollo spinale), cellule staminali muscolari (per l’incontinenza urinaria, il danno miocardico), cellule staminali endoteliali (per l’ischemia acuta periferica), cellule staminali cardiache, cellule staminali della retina (per la degenerazione maculare), cellule staminali del limbus della cornea (per il danno corneale). Allo stato attuale, i risultati clinici più promettenti si sono ottenuti con le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale (UCB), che hanno portato allo sviluppo di un’area di mercato caratterizzata dalla creazione di banche private di UCB. Generalmente le cellule UCB provocano, al massimo, una reazione immune piuttosto blanda quando vengono trapiantate in soggetti con donatori non compatibili. Si usano con successo laddove sia necessaria una riparazione o rigenerazione nell’organismo del ricevente. I migliori risultati con cellule staminali UCB, fino ad ora, sono stati ottenuti nel trattamento di bambini con morbo di Krabbe. Benefici si sono ottenuti anche dal trapianto locale di cellule UCB in pazienti con danni al midollo spinale. ---------- In this second part of the article, the attention is focused on “non embryonic stem cells”, that is somatic stem cells (from fetus or adult organisms), and umbilical cord blood stem cells. These stem cells, sometimes referred to as “adult stem cells”, were known and recognized as such before the embryonic ones. In fact the mere expression “stem” cells to designate this particular type of immature cell, from which derive all the others, more differentiated cells, came from the identification of the hematopoietic stem cells, in bone marrow (1961). Later investigations have shown that there are such cells, immature, multipotent, self-renewing, and self-differentiating ones in almost all tissues and organs of fetus or adult organism. As soon as they were discovered, these “adult”, autologous stem cells were immediately put in the service of patients, with the first transplantations of bone marrow performed either for the treatment of malignancies, or for the treatment of hematologic disorders. Today, autologous hematopoietic stem cells are also used for the treatment of auto-immune diseases, such as multiple sclerosis or lupus erythematosus and for regenerative medicine. A second, important source of “adult” stem cells are the mesenchymal stem cells, found mainly in bone marrow, but also in blood, progenitors of multiple cell lineages, including bone, cartilage, muscle, adipose tissue and astrocytes, and which seem to hold the key to tissue regeneration. Different types of multipotent mesenchymal stem cells, with properties comparable to those of embryonic stem cells, have been isolated, the best known being the multipotent adult progenitor cells (MAPCs). These cells are used clinically mainly for the healing of the heart after myocardial infarction, with positive statistically significant results, for therapeutic angiogenesis in patients suffering of peripheric ischemic disease (especially Buerger’s disease), and for bioengineering (cellular coating of artificial ligaments or of prosthetic heart valves). They have given promising results in animals for the treatment of neurodegenerative diseases, ictus, brain trauma and spinal cord injuries. Many other types of “adult” stem cells have been isolated and their healing properties assessed with success in animals, such as neural stem cells (for Parkinson’s disease, multiple sclerosis, Huntington’s disease, ictus, brain trauma, spinal cord injury), muscle stem cells (for urinary incontinence, myocardial infarction), endothelial stem cells (for critical limb ischemia), cardiac stem cells, retinal stem cells (for macular degeneration), limbal stem cells (for damaged cornea). At the moment, the more promising results in patients have been obtained with umbilical cord blood stem cells (UCB), prompting the birth of a commercial trade based on private banks. Umbilical cord blood stem cells offer indeed the advantage of their immaturity: as such, they rarely trigger more than a mild immune reaction when transplanted in unrelated recipient organisms. They are used with profit wherever a healing or regenerative process is necessary in a given patient. Up to now, best results with the UCB cells have been obtained in the treatment of children with Krabbe’s disease. Some patients with injured spinal cords have also experienced benefits from UCB cells grafts.


2002 ◽  
Vol 15 (2) ◽  
pp. 227-232
Author(s):  
S. Duca ◽  
L. Fabiani
Keyword(s):  

La siringomielia, è una patologia del midollo spinale costituita da cavitazioni centro-midollari a sede cervicale, dorsale, lombare e talora bulbare. La cavità può prender origine direttamente dal canale ependimale (idromielia) oppure generare dalle adiacenze del canale ependimale (siringomielia propriamente detta). Eziopatogeneticamente si distinguono forme secondarie (relative a processi espansivi, sequele sclerofibrotiche di processi infettivo-infiammatori, esiti di traumi) e forme idiopatiche di verosimile natura disembriogenetica. Dalla letteratura internazionale i casi famigliari di siringomielia sono stimabili in circa il 2% circa della totalità dei casi. È stata studiata una famiglia composta da dieci membri (padre, madre ed otto fratelli) nella quale sono stati evidenziati clinicamente e strumentalmente tre casi di siringomielia a sede dorsale. In tutti e tre i casi, la siringomielia non era associata ad altre patologie malformative. I tre soggetti affetti da siringomielia, tutti maschi, presentavano una sintomatologia deficitaria sensitiva e motoria a carico degli arti inferiori e sono stati valutati clinicamente ed a mezzo di RM mirata all'encefalo ed al midollo nella sua totalità. Il caso sindromico più grave, è stato sottoposto ripetutamente ad interventi neurochirurgici di marsupializzazione della cavità siringomielica. Lo screening neuroradiologico, è stato, poi, esteso ad altri tre fratelli componenti la famiglia oggetto di studio: una femmina, affetta da lieve sintomatologia disestesica agli arti inferiori e due maschi, entrambi asintomatici, risultati tutti negativi all'indagine RM. Due fratelli, soggettivamente asintomatici, infine, hanno rifiutato ogni indagine clinica e neuroradiologica. Dal punto di vista epidemiologico è importante rimarcare come sia possibile un'implicazione di fattori genetici e geografici nel determinismo delle forme non sporadiche di siringomielia.


1996 ◽  
Vol 9 (6) ◽  
pp. 679-683 ◽  
Author(s):  
P. Tomà ◽  
G. Lucigrai
Keyword(s):  

Scopo del presente lavoro è puntualizzare il ruolo dell'ecografia nello studio del midollo ancorato che rappresenta un'aspetto comune a molta della patologia spinale infantile e può prestarsi ad un'analisi globale dello stato dell'arte dello studio ecografico del midollo spinale, alla luce dell'esperienza acquisita negli anni e del continuo progresso tecnologico. Dopo qualche cenno storico e alcune puntualizzazioni di carattere tecnico e di anatomia ecografica e stabilita la principale indicazione all'ecografia spinale nel neonato-lattante consistente nella ricerca delle spine bifide occulte, sospettate nel caso di masse posteriori ricoperte dalla cute o di fossette/seni dorsali, spesso associate a midollo ancorato, abbiamo illustrato i segni generici ecografici di midollo ancorato ed i differenti rilievi e potenzialità della metodica nel bilancio delle varie masse caudali responsabili dell'ancoraggio del midollo. L'eco non presenta alcun interesse nello studio diagnostico dei disrafismi spinali aperti mentre potrebbe rivelarsi utile nella ricerca postoperatoria di un eventuale riancoraggio midollare, valutato in base all'assenza della fisiologica pulsatilità del midollo. A tal proposito abbiamo recentemente effettuato una comparazione tra presenza o meno di motilità spinale valutata ecograficamente e presenza di segni clinici in pazienti precedentemente operati per disrafismo spinale. In conclusione, lo studio ecografico del midollo spinale del neonato-lattante, pur presentando grossi limiti, trova giustificazione nella innocuità, nella facilità d'uso e nella possibilità di ottenere immagini in tempo reale. La presenza o il solo sospetto clinico di patologia disrafica impongono comunque sempre il completamento del bilancio diagnostico mediante RM/TC.


1996 ◽  
Vol 9 (6) ◽  
pp. 697-700
Author(s):  
R. Faggioli ◽  
F. Calzolari ◽  
R. Gambin ◽  
L. De Carlo ◽  
P. Scarpa
Keyword(s):  

Le cisti aracnoidee, extradurali o intradurali, rappresentano una causa abbastanza rara di compressione del midollo spinale1. In particolare la letteratura riferisce pochi casi in età pediatrica; si tratta per lo più di cisti intradurali, localizzate prevalentemente nel settore cervico-toracico; l'esordio è frequentemente caratterizzato da deficit motori (tetraparesi, paraparesi) e sintomatologia dolorosa2,3. Viene qui descritto il caso di una bambina sana che ha presentato un deficit motorio secondario a cisti aracnoidea spinale diagnosticata con RM.


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