Italianistica Debreceniensis
Latest Publications


TOTAL DOCUMENTS

43
(FIVE YEARS 19)

H-INDEX

1
(FIVE YEARS 0)

Published By University Of Debrecen/ Debreceni Egyetem

2677-1225, 1219-5391

2020 ◽  
Vol 26 ◽  
pp. 28-46
Author(s):  
Daniela Bombara

Il presente saggio si propone di tracciare le influenze del romanticismo nordeuropeo sulle opere di alcuni autori siciliani del primo Ottocento. L'obiettivo è sfatare il mito di un livello "inferiore" della letteratura romantica italiana rispetto alla letteratura nordica, poiché non è incentrata sulla rappresentazione delle aree oscure del sé, di temi soprannaturali, fantastici e irrazionali che sono presenti nella realtà. Vengono esaminate alcune ballate di Felice Bisazza (1809-1867) e Vincenzo Navarro (1800-1867). In queste opere la narrazione di leggende popolari mette in luce un universo spettrale e orribile, rispecchiando situazioni reali, come la violenza della classe nobile e del patriarcato, o l'ingiustizia della disuguaglianza sociale. Si parlerà poi di un'opera teatrale di Giuseppe La Farina (1815-1863), intitolata L'abbandono di un popolo (1845); l'autore ritrae la rivolta anti-spagnola del 1676 a Messina concentrandosi sulle forze inquietanti e sotterranee che si intersecano con i movimenti rivoluzionari. Verrà infine analizzata la produzione di Tommaso Cannizzaro (1838-1921) come traduttore: lo scrittore mette a disposizione del pubblico siciliano e italiano l'affascinante mondo della mitologia scandinava, attraverso le traduzioni di alcuni canti dell'Edda antica medievale.


2020 ◽  
Vol 26 ◽  
Author(s):  
Laura Lupo
Keyword(s):  

Nelle sue opere, Giovanni Verga non descrive la Sicilia attraverso un'accurata descrizione della realtà, ma attraverso una rappresentazione mentale della stessa dalla lontana città di Milano, dove vive. Oltre i confini della Sicilia, la modernità divora personaggi, il cui destino non è descritto da Verga. È l'unico autorizzato a muoversi in questo spazio “di là del mare”, dal quale osserva “dall'altro lato del cannocchiale” le“ larve" che vivono nell'isola. Lo scopo di questo articolo è mostrare come Fantasticheria, I dintorni di Milano, Di là del mare e Passato! hanno come terreno comune un processo di ricreazione della Sicilia come luogo legato a un passato che non tornerà mai più, per questo l'isola viene descritta da una prospettiva idealizzata e nostalgica. La modernità è infatti una condizione irreversibile come la morte, che, in Passato !, appare come una spietata conclusione di questo processo di ricostruzione.


2020 ◽  
Vol 26 ◽  
pp. 110-118
Author(s):  
Dénes Mátyás

One would be hard-pressed to deny the influence Italians have had on the United States of America and on the very fabric of American cultural life. Not only are metropolises like New York City and Chicago with their populations in the millions home to significant Italian communities and neighborhoods but so are cities with several hundred thousand inhabitants like Boston, Baltimore, Syracuse, St. Louis, or Cleveland. The present paper intends to focus on Italians in Cleveland, Ohio, that undoubtedly constitute an organic and significant part of the city’s population. It aims to offer an insight into the formation of the Italian neighborhoods, from the first waves of Italian immigrants in the 19th century, and the opportunities of second-, third-, or nth-generation Italians to tend to their common Italian roots as well as to preserve their customs and traditions from the old country through a wide array of Italian cultural events, the city’s Italian community hubs and memorial sites, or  the local Italian-American media


2020 ◽  
Vol 26 ◽  
pp. 10-27
Author(s):  
Giuliana Pias

Tutto il miele è finito fa parte dell'interesse di Carlo Levi per le culture Altre e nella continuità dell'incontro con la diversità antropologica del Mezzogiorno inaugurato da Cristo fermato a Eboli. Questo articolo si concentra sul tema dell'arcaico, e sulla prospettiva della "compresenza dei tempi" che caratterizza il pensiero di Levi, per dimostrare come da Tutto il miele è finito emerge la testimonianza "di un altro tempo che precede la storia ma che è se stesso contemporaneo della storia e presente come la storia stessa ”(G. Agamben).


2020 ◽  
Vol 26 ◽  
pp. 87-109
Author(s):  
Ruben Benatti

Il contributo si occupa principalmente della percezione dell'identità degli studenti di nazionalità o origine non italiana e del loro rapporto con la lingua e la cultura di origine e con quelli della comunità ospitante. Sempre più bambini e giovani di origine non italiana sono presenti nelle scuole italiane: il modello di integrazione perseguito in Italia vuole rispettare le differenze culturali e la lingua è uno degli elementi chiave di questo processo. La ricerca ha interessato due province del Piemonte Orientale: Biella e Vercelli. Utilizzando un approccio sociolinguistico e sociologico, è stato condotto uno studio attraverso la somministrazione di questionari riguardanti la lingua e l'identità, la motivazione all'integrazione, la percezione e l'atteggiamento verso la propria lingua / cultura di origine e la lingua / cultura italiana.. Il quadro che emerge presenta atteggiamenti a volte ambigui che si possono definire quasi come una "sospensione" tra il desiderio di "italianizzazione" e la conservazione delle proprie radici. La ricerca pone domande stringenti che le scuole e la società sono chiamate ad affrontare sulla costruzione (o ricostruzione) della propria identità


2020 ◽  
Vol 26 ◽  
pp. 136-149
Author(s):  
Fabio Scetti ◽  
Federica Salamino
Keyword(s):  

Questo contributo si basa su un progetto lessicografico e fornisce informazioni importanti sulla promozione del Valoc ’, un dialetto a rischio di estinzione parlato in Val Masino (Lombardia, Italia). Lo scopo del progetto VVV è sviluppare il nuovo dizionario, basato sulla ricerca antropologica e dialettologica. Grazie al nostro approccio metodologico ci proponiamo di osservare le pratiche del Valoc ', la sua trasmissione da una generazione all'altra e discorsi che sostengono principalmente le ideologie in relazione alle pratiche linguistiche e all'identità. In questo lavoro, vorremmo presentare il contesto, descritto da un punto di vista linguistico e sociolinguistico, concentrandoci sull'importanza di promuovere il Valoc ’attraverso lezioni, conferenze, il dizionario e i social network. Infatti, grazie alla nostra pagina sui social network, è stato possibile osservare l'evoluzione del linguaggio e analizzare il modo in cui i parlanti affrontano l'esercizio della scrittura.


2020 ◽  
Vol 26 ◽  
pp. 56-68
Author(s):  
Marzia Caria

L'articolo prende in esame la rappresentazione culturale, sociale e linguistica degli italiani emigrati in Australia nella scrittura per il teatro di Nino Randazzo, drammaturgo di origine eoliana, emigrato a Melbourne nel 1952, considerato uno degli autori più importanti e prolifici nel contesto della cosiddetta “letteratura dell'emigrazione”, e più in particolare della letteratura italo-australiana in lingua italiana. Di particolare interesse è il tema dei pregiudizi culturali e sociali degli anglo-australiani nei confronti delle persone di origine italiana, etichettati come ignoranti, impossibili da acculturare e disciplinare, in gran parte legati alle organizzazioni criminali, che parlano per lo più una varietà mista di italiano e inglese. Così, in particolare, nella commedia Il Sindaco d'Australia (1981), in cui l'immagine stereotipata (ma esilarante) dell'emigrante del sud Italia, impulsiva e ambiziosa, caratterizzata a livello linguistico dall'uso di termini italo-australiani; e nella commedia Victoria Market (1982), concepita da Randazzo come protesta contro la tendenza degli anglo-australiani a costruire stereotipi nei confronti degli italo-australiani, in questo caso quello del'italiano mafioso. Il teatro di Randazzo, tuttavia, riesce a distinguersi dalle opere della maggior parte dei drammaturghi italo-australiani di prima generazione per il suo tentativo di demistificare in modo divertente tali pregiudizi e luoghi comuni. È nella scelta di un tono popolare della commedia, ottenuta anche attraverso la sapiente mescolanza di forme italiane più tradizionali con termini italo-australiani tipici degli anni in cui sono ambientati gli eventi narrati, che risiedono gli aspetti specifici di questo autore.


2020 ◽  
Vol 26 ◽  
pp. 120-135
Author(s):  
Gloria Camesasca

Il notaio Lapo Mazzei (1350-1412) era un corrispondente del mercante pratese Francesco di Marco Datini (1335 circa-1410). Le lettere di Mazzei scritte a Datini dal 1390 al 1410 e pubblicate da Cesare Guasti (1822-1889) sono una fonte importante perché restituiscono uno spaccato significativo della vita e dei rapporti personali di un mercante e di un notaio vissuti in Toscana alla fine del XIV secolo. Lo scopo di questo lavoro è analizzare l'amicizia tra Mazzei e Datini e altre figure importanti attraverso lo studio delle lettere notarili


2020 ◽  
Vol 26 ◽  
pp. 69-86
Author(s):  
Flora Shabaj

La letteratura migrante è un potente mezzo di espressione che offre una grande varietà di interpretazioni e una grande fonte di ispirazione per gli studiosi per indagare i diversi aspetti della vita e quelli della società. Trovandosi nel mezzo, gli autori migranti hanno l'opportunità di vivere (in) due o più lingue e culture unendole, cambiandole e plasmandole. È proprio qui che avviene il contatto linguistico e dove si svolgono diverse strategie che diventano una parte interessante di una ricerca linguistica e letteraria. Questo articolo indaga il contatto tra la lingua albanese e quella italiana attraverso l'analisi di alcune opere di Ornela Vorpsi, Artur Spanjolli, Ron Kubati e Anilda Ibrahimi. Considerando il fatto che questi autori hanno deciso di utilizzare l'italiano come lingua di espressione, questa indagine offre alcune considerazioni su cosa questo significhi per loro e sull'impatto su entrambe le lingue. Considerando il fatto che questi scrittori trasferiscono nei loro testi non solo aspetti importanti della cultura ma anche alcune caratteristiche della lingua albanese, è interessante vedere il modo in cui avviene il transfert e cosa succede al testo quando due lingue diverse e distanti come albanese e italiano si incontrano.


2020 ◽  
Vol 25 ◽  
pp. 20-35
Author(s):  
Péter Sárközy
Keyword(s):  

La critica letteraria, sia in Ungheria che in Italia, ha prestato grande attenzione alla fortuna e all'irradiazione della letteratura italiana in Ungheria, basti pensare ai tredici volumi, frutto della collaborazione scientifica della Fondazione Giorgi Cini di Venezia e dell'Accademia ungherese delle scienze. L'articolo mira a offrire un'ampia panoramica del successo della letteratura italiana in Ungheria, soprattutto attraverso le traduzioni. L'articolo esamina i vari periodi storici e i movimenti letterari che hanno caratterizzato i contatti letterari tra i due paesi. Fino alla seconda metà del XVIII secolo, l'irradiazione della letteratura italiana si manifestava innanzitutto nell'adozione dei suoi modelli letterari e delle sue formule poetiche nelle opere dei maggiori autori della letteratura ungherese. Il diciannovesimo secolo vide invece la stagione della traduzione dei grandi classici della prima letteratura italiana (Dante, Petrarca e Boccaccio) tradotti di nuovo nel ventesimo secolo, grazie anche all'impegno degli italiani magiari. Infine, l'articolo si concentra sulla situazione attuale, descrivendo le traduzioni di autori contemporanei.


Sign in / Sign up

Export Citation Format

Share Document