scholarly journals Bioética en lo cotidiano como acontecimiento educativo para el siglo XXI: Estructura mental colectiva para favorecer la Ecología Humana

Author(s):  
Esperanza Cabrera ◽  

Este texto, producto de la labor investigativa propone generar espacios y estilos de trabajo diferentes para reflexionar, discutir y razonar asuntos que afectan nuestra vida. Invita a comprender con la Bioética que para incidir en la vida de comunidad se hace necesario incluir en la agenda educativa temas que fortalezcan los nexos entre educación y educación moral, educación con justicia social y formación ciudadana. En otras palabras, prudentemente alienta a que la educación debe atender rigurosamente el asunto del desarrollo moral. Es así como se puede aportar para formar seres humanos íntegros, como señala Lawrence Kohlberg en sus propuestas. Es necesario potenciar personas que logren asumir una moral postconvencional, centrada en reflexionar, analizar, argumentar desde principios y valores éticos universales el quehacer cotidiano, para decidir a favor de la vida en cada contexto según su rol en el actuar protegiendo la vida. Esta es una urgencia en el mundo actual. Por lo anterior, el presente texto aporta en la reflexión mediante la síntesis de asuntos que inciden en el formar personas moralmente íntegras. Parte de reconocer la universidad como el espacio privilegiado para formar personas que aprendan a pensar sobre lo que se piensa, sobre lo que se decide, sobre lo que se hace. La universidad, debe reconocer que es el lugar para responder a la pregunta: ¿Cómo crear un mundo que dé significado a lo que pensamos y sentimos, a lo que decidimos, a lo que hacemos? La universidad5 está llamada a abrir espacios que generen prácticas desde los pilares declarativos de libertad, justicia y fraternidad; se necesitan espacios donde se consideren situaciones que operen de acuerdo con valores democráticos. Necesitamos aprender a pensar sobre lo que pensamos, decidimos y hacemos. Este trabajo investigativo se teje principalmente al caminar el siguiente interrogante: ¿Cómo crear un mundo que dé significado a nuestras vidas, a nuestros actos y a nuestras relaciones? Para responder es necesario retomar a Jerome Bruner desde su libro, “La educación, puerta de la cultura”6, cuando señala: “el objetivo de la educación es ayudarnos a encontrar nuestro camino en nuestra cultura, a comprenderla en sus necesidades y contradicciones”. Asumirla desde lo que requiere continuarse o modificarse cuando se reconocen las bondades de lo que se vive o se ha vivido asume como creencia y se comprenden las limitantes que ella genera para un estar y un desarrollo del ser.

2002 ◽  
Vol 22 (1) ◽  
pp. 76-76
Author(s):  
No authorship indicated
Keyword(s):  

2020 ◽  
pp. 39-57
Author(s):  
Maria D’Ambrosio ◽  
Giovanni Laino

Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).


Enfance ◽  
1993 ◽  
Vol 46 (1) ◽  
pp. 47-57
Author(s):  
Janine Abécassis
Keyword(s):  

Author(s):  
Gustavo Venturi

Examina-se a concepção de universalismo ético a que Lawrence Kohlberg chegou em suas pesquisas sobre o desenvolvimento do pensamento moral, sobretudo a idéia de que esse desenvolvimento, em todos os seres humanos, culmina em uma moralidade "pós-convencional" concebida em termos de princípios de justiça. Discutem-se algumas das tentativas que foram feitas de submeter essa concepção à verificação empírica e a apreciação crítica que dela fez Jürgen Habermas.


2020 ◽  
Vol 4 (2) ◽  
pp. 157-162
Author(s):  
Axel Hernaldo Aceituno Ramos
Keyword(s):  

La mayéutica es el método epistemológico propuesto por Sócrates y que consiste básicamente en dar a luz el propio conocimiento, el mismo, posee características que han sido utilizadas por la pedagogía, principalmente por la teoría constructivista del aprendizaje por descubrimiento de Jerome Bruner. En este artículo se realiza una breve comparación entre ambas propuestas para señalar la incidencia y presencia que posee la filosofía, por medio de la mayéutica en la pedagogía constructivista.


2016 ◽  
Vol 2 (2) ◽  
pp. 231-248
Author(s):  
Alejandro Perdomo-Rubio ◽  
◽  
Gilberto Hernández-Zinzún ◽  
Diana del Rosario Izquierdo-Mora ◽  
◽  
...  
Keyword(s):  

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