anna maria ortese
Recently Published Documents


TOTAL DOCUMENTS

39
(FIVE YEARS 5)

H-INDEX

1
(FIVE YEARS 0)

2021 ◽  
Vol 41 (2) ◽  
pp. 115-133
Author(s):  
Flavia Caporuscio
Keyword(s):  

Nel panorama delle rielaborazioni novecentesche dell’immaginario purgatoriale può senz’altro collocarsi In sonno e in veglia (1987) di Anna Maria Ortese, il cui richiamo al luogo intermedio dell’aldilà cattolico è presente tanto nell’oggetto della narrazione quanto nella scrittura stessa. La raccolta di racconti è in realtà un libro-manifesto che svela il segreto della scrittura in un titolo programmatico: il binomio ossimorico di sonno e veglia circoscrive infatti sia la tecnica narrativa visionaria, sia la Weltanschauung dell’opera ortesiana che, qui come altrove, accoglie “storie tra mondo e sottomondo, tra giorno e notte.” La scrittura di apparizioni e visioni, tipica della narrativa ortesiana, abitando la soglia tra sogno e realtà, che è poi lo spazio liminale tra visibile e invisibile, autorizza all’uso della definizione di scrittura del dormiveglia.


2020 ◽  
Vol 25 ◽  
pp. 36-53
Author(s):  
Antonio Sciacovelli

L'immagine letteraria di Napoli, "Capitale del Sud", che vede periodiche alternanze di crisi e splendore nelle arti, è sicuramente dicotomica: da un lato il locus amoenus in cui fiorisce l'inventiva e diverse tradizioni culturali si intersecano e convivono; dall'altro, il luogo simbolico di immense disparità sociali, uno scoppio di epidemie e la culla di una mentalità rilassata e reazionaria. L'immagine usata da Benedetto Croce per definire la città, "un paradiso abitato dai diavoli", risale al Medioevo, e viene negata di volta in volta dagli autori che intendono costruire un mito positivo di napoletanità, ma già agli inizi 20° secolo, e quindi soprattutto nel periodo dal 1943 (ai giorni nostri), ci sono accenti sempre più critici nei confronti di questa immagine, che risultano - più che nell'odio o nel disprezzo per la città e i suoi abitanti - nella tendenza ad allontanarsi da Napoli, per abbandonare una realtà contraddittoria che non risolve i suoi problemi, ma come una foresta vergine ricresce distruggendo ogni elemento del progresso. Gli autori esaminati nell'articolo sono: Carlo Bernari, Anna Maria Ortese, Raffaele La Capria, Fabrizia Ramondino, Ermanno Rea, Giuseppe Montesano, Elena Ferrante.


2018 ◽  
pp. 83-98
Author(s):  
Angela Bubba
Keyword(s):  

Una delle più grandi scrittrici del Novecento, Anna Maria Ortese, visse la tua intera esistenza all’insegna  di una voluta distanza dal mondo, una lontananza che tuttavia non era una semplice estraneità da ciò che più la turbava, ma al contrario un punto di osservazione privilegiato da cui indagare e comprendere i nostri tempi. Non un nascondiglio ma un riparo attivo, un rifugio lucido e penetrante dove studiare il dolore della realtà. Seguendo le sue pubblicazioni, e privilegiando l’immagine del nativo americano, della natura e degli animali, emblemi massimi della sensibilità ortesiana, l’articolo esporrà i punti salienti della poetica dell’autrice, sempre tendente a recuperare i misteri del mondo, a scegliere un rifugio e all’interno di questo combattere, per la salvezza propria e altrui.


2018 ◽  
pp. 283-300
Author(s):  
Andrea Baldi
Keyword(s):  

2018 ◽  
Vol 38 (1) ◽  
pp. 284-286
Author(s):  
Gian Maria Annovi (book editor) ◽  
Flora Ghezzo (book editor) ◽  
Dacia Maraini (book editor) ◽  
Melissa Coburn (review author)
Keyword(s):  

2018 ◽  
Vol 52 (2) ◽  
pp. 367-376
Author(s):  
Daniela Bernard
Keyword(s):  

Attraverso Il Mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese e Speranzella di Carlo Bernari si vuole analizzare e mettere a confronto la lettura, che mescola il documento con il romanzesco, di una Napoli che esce dalla guerra. Una Napoli in cui la miseria si erge come forza autonoma e distruttiva che rende inerti i suoi cittadini, annullandone o gettandone nel silenzio le coscienze e le volontà. Nell’isolamento bestiale dell’uomo che smarrisce il senso della comunità e della convivenza civile, la miseria diventa abiezione e priva l’uomo della sua umanità, riducendolo a mero oggetto. Salvo trovare nei momenti di maggiore disperazione, le risorse per sopravvivere e dare una possibilità ad una speranza sempre più fioca.


Sign in / Sign up

Export Citation Format

Share Document