Dosso's early artistic reputation and the origins of landscape painting

2008 ◽  
Vol 76 ◽  
pp. 201-231
Author(s):  
Robert Colby

Nei loro rispettivi resoconti biografici di Dosso Dossi (1487?—1542), Paolo Giovio e Giorgio Vasari descrissero l'artista della corte ferrarese con una buona reputazione per la pittura dei paesaggi. Con questo articolo si esamineranno le reazioni critiche alla luce del programma storiografico di ciascun autore, considerando come si evolvevano gli approcci di Dosso alla pittura dei paesaggi nel corso della sua carriera. I dipinti di Dosso sono stati a lungo visti come primi esempi di un ‘paesaggio indipendente’, costrutto che deve essere esaminato di nuovo al fine di comprendere pienamente lo scopo, il contesto e il significato delle inusuali scene di paesaggio della pittura di Dosso.

2020 ◽  
pp. 119-145
Author(s):  
Lorenza Di Pentima ◽  
Sara Ramelli

Scopo del presente studio è stato analizzare il fenomeno del bullismo secondo la prospettiva dell'attaccamento, ponendo a confronto i bulli, i bulli-vittima, le vittime e i non-coinvolti nei modelli mentali e nei comportamenti socio-emozionali (in particolare aggressività, evitamento dell'interazione, manifestazioni di ansia e depressione). Hanno partecipato allo studio 365 bambini, 208 maschi (57%) e 157 femmine (43%), di 5 scuole di Roma, di età compresa tra 8 e 11 anni (M = 9.28, DS = 0.81). Gli strumenti impiegati sono stati: Nomina dei Pari (Menesini, 2003), per individuare i ruoli di bullo, vittima, bullo-vittima e non coinvolto, Separation Anxiety Test (Attili, 2001) per la misura dei modelli mentali dell'attaccamento e Social Emo-tional Dimension Scale (Ianes, & Savelli, 1994) per la valutazione dei comportamenti socio-emozionali. Dai risultati emerge che, nel confronto con i non-coinvolti, i bulli mostrano più attaccamenti ambivalenti ed evitanti, li dove le vittime e i bulli-vittima mostrano per lo più modelli mentali di tipo ambivalente. Inoltre i bulli, i bulli-vittima e le vittime presentano più alti livelli di aggressività, di evitamento delle interazioni con i pari e di comportamenti inappropriati.


MISSION ◽  
2019 ◽  
pp. 9-25
Author(s):  
Enrico De Vivo ◽  
Marilu Foti ◽  
Manuela Mellano ◽  
Emanuele Bignamini
Keyword(s):  

Un paziente ad "Elevata Complessità SocioSanitaria" (ECoSS), rappresenta l'esito conclusivo di un investimento terapeutico e, tendenzialmente, non ha più possibilità di riabilitazione; quindi, impegnerà risorse del sistema di cura per tutta la durata della sua vita, costituendo un elemento da considerare in termini di programmazione e investimento delle risorse.  A fronte di queste considerazioni, si pongono diverse questioni. Quando è possibile definire un paziente ECoSS? Qual è la prevalenza dei pazienti che possono essere definiti ECoSS sul totale di quelli in cura? Quali caratteristiche specifiche hanno rispetto ai pazienti "non ECoSS" in cura e rispetto alla popolazione generale? Sono stati esaminati 1003 pazienti allo scopo di rispondere a queste domande.


2020 ◽  
pp. 115-140
Author(s):  
Mirko Dai Prà
Keyword(s):  

Il presente lavoro si pone lo scopo di descrivere un intervento diretto ad un paziente con disabilità cognitiva e disturbo Bipolare e la valutazione degli esiti rispetto a: comportamenti di aggressività e furto, terapie farmacologiche assunte e Qualità della Vita. Metodo: È stato utilizzato un intervento integrato con tecniche di tipo Comportamentale e Cognitivo condotto dall'équipe riabilitativa a seguito di valutazione funzionale del caso con modello Comportamentale ABC (Antecedenti Behavior Conseguenze) con un paziente di 41 anni con disabilità cognitiva di tipo moderato e disturbo Bipolare. L'intervento è stato progettato con modelli di condizionamento operante e l'équipe riabilitativa è stata istruita. Al primo intervento è seguito un secondo additivo di token economy volto a rinforzare i comportamenti acquisiti. In fine è stato eseguito un intervento di tipo Cognitivo seguendo i principi della psicoeducazione ed è stato adattato alle capacità di comprensione dell'utente. Gli outcome sono stati il tipo e la quantità di farmaci assunti, il numero di comportamenti aggressivi e di comportamenti di furto, i risultati relativi alla Qualità della Vita percepita. È stato condotto uno studio di caso. Risultati: Sono diminuiti comportamenti di Aggressività e furto, diminuita l'assunzione di Benzodiazepine e di Antipsicotici, diminuita la somministrazione di terapie meccaniche restrittive quali terapia al bisogno Intra Muscolo e isolamento in camera, migliorata la Qualità della Vita nei domini Ruolo e salute Fisica, Salute in Generale, Vitalità, Attività Sociali Ruolo e Stato emotivo. Conclusioni: L'intervento si è dimostrato efficace a livello di decremento di comportamenti problema, diminuzione dei farmaci assunti e di Qualità della Vita percepita. Il lavoro offre spunti di riflessione relativi ai fattori del gruppo di lavoro e dei singoli che possono favorire l'intervento.


2020 ◽  
pp. 91-100
Author(s):  
Vittorio Lannutti

L'esperienza pratica proposta riporta i principali risultati del progetto BeFriend, svolto in due scuole medie di secondo grado della provincia di Ascoli Piceno negli anni scolastici 2017/2018 e 2018/2019. BeFriend ha affrontato il problema della povertà educativa da un punto di vista relazionale e socio-affettivo utilizzando lo strumento del peer mentoring, inteso come modello psicopedagogico e best practice che pone al centro la relazione di sostegno che si instaura tra un giovane, che vive situazioni problematiche durante il suo percorso di cre-scita, il mentee, e un giovane, il mentor, che ha lo scopo di aiutare il mentee a individuare le proprie potenzialità valorizzandole in modo sano e funzionale. Il progetto è stato diviso in due step. Nel primo 120 studenti frequentanti il triennio delle due scuole sono stati formati al mentoring, attraverso gli strumenti del Gestalt counseling e della sociologia delle migrazioni. Nel secondo step i 120 studenti formati, divenuti mentor hanno lavorato con 120 studenti del biennio, i mentee (scelti in base a difficoltà emotive e a rischio di drop-out), sotto la supervisione e con la sollecitazione di educatori e formatori all'interno di attività laboratoriali volte sia ad affrontare e a discutere in gruppo e a coppie le fragilità e le difficoltà relazionali vissute dai mentee, sia per acquisire gli strumenti per un uso consapevole, critico e creativo dei media, sia per affrontare le questioni inerenti i pregiudizi, e le principali motivazioni delle migrazioni. L'obiettivo del progetto è stato raggiunto, come dimostrato sia dagli spot sulla lotta e la pre-venzione al bullismo/cyberbullismo e al razzismo, realizzati durante uno dei laboratori sia dalle risposte fornite nei questionari sottoposti agli studenti alla conclusione del progetto, i cui aspetti più rilevanti sono stati: il superamento della fase infantile dell'egocentrismo, un aumento della fiducia negli altri e dell'autostima, una maggiore tendenza all'ascolto e all'empatia e la disponibilità a mettersi in gioco e a rischiare nella relazione con l'altro sco-nosciuto.


2001 ◽  
Keyword(s):  

Dalla tavola rotonda del 27 gennaio è emerso che lo "strumento" Internet è un affilato coltello: da una parte le tecnologie uccidono impietose chi non è pronto ad accoglierle e a difendersene, dall'altra possono rendere più efficace e dinamici l'archivistica, la biblioteconomia, la catalogazione - che rischierebbero la paralisi o la confusione. È stata sottolineata la difficoltà di trovare un punto di incontro tra un'area così tradizionale e oggettivamente piuttosto statica con la mobilità turbinosa e incontrollabile della rete. La rete fa paura perchè in essa è molto facile perdersi e restare con un pugno di mosche. I termini più ripetuti sono stati: controllo terminologico - le parole cambiano senso a seconda del contesto, figuriamoci in uno scenario ipertestuale animato da link, continui riferimenti, aggiornamenti e rivisitazioni! - qualità, autenticità dell'informazione - come riuscire a dare fiducia ad un'informazione che non riusciamo a "guardare in faccia"? - irreperibilità della fonte originaria.


Author(s):  
Alessandro Chiaramonte
Keyword(s):  

La riforma elettorale tra speranze e scetticismoAl tempo della campagna in favore dell'adozione del principio maggioritario di rappresentanza in Italia, la speranza di molti era che il nuovo sistema elettorale potesse produrre effetti simili a quelli delle democrazie anglosassoni cui intendeva ispirarsi, ossia che strutturasse la competizione partitica in termini bipolari – se non bipartitici – e favorisse quindi l'alternanza dei governi.Sebbene siano trascorsi ormai più di tre anni da allora e, soprattutto, abbiano avuto luogo due elezioni, è ancora presto per dire se le nuove regole abbiano prodotto gli effetti desiderati. La transizione politica italiana è un processo ancora lontano dall'approdo finale e non consente ad oggi valutazioni definitive. Certo è che i sistemi elettorali introdotti nel 1993 sono stati caricati da molti di attese taumaturgiche, nonostante i moniti lanciati dal mondo scientifico sulla necessità di una modifica ben più incisiva dell'architettura istituzionale del sistema politico italiano. Qualunque sistema elettorale, infatti, costituisce di per sésolouna struttura di vincoli e di opportunità, dunque di vincoli più o meno stringenti e di opportunità che possono essere colte o meno. Inoltre, riguardo all'effettiva configurazione della normativa elettorale approvata dal Parlamento nell'agosto del 1993, la cautela sulle prospettive del cambiamento muoveva dalla considerazione che le nuove regole incarnavano entrambi i principi maggioritario (pur prevalente) e proporzionale di rappresentanza, quindi due logiche distinte di competizione e di voto sulla combinazione delle quali era difficile fare previsioni.


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