Impiego della TC nella valutazione della patologia rinosinusale in pazienti con fibrosi cistica

1996 ◽  
Vol 9 (3) ◽  
pp. 297-300
Author(s):  
A. Blandino ◽  
G. Ascenti ◽  
M. Longo ◽  
I. Pandolfo ◽  
E. Scribano

La sinusite cronica e la poliposi rinosinusale sono estremamente frequenti in pazienti affetti da fibrosi cistica. In questi il coinvolgimento delle cavità paranasali viene frequentemente valutato sulla base del solo esame radiografico diretto, con scarso utilizzo della TC, contrariamente a quanto avviene per lo studio delle alterazioni polmonari. Dopo visita ORL ed endoscopia, 18 giovani pazienti affetti da fibrosi cistica sono stati studiati con TC in coronale dei seni paranasali a bassa dose. In tutti i 18 pazienti la TC ha documentato opacamento dei seni mascellari, con ispessimento mucoso e ristagno di secreti densi. In 5 pazienti asintomatici e con visita ORL negativa, il meato medio è apparso normale mentre nei rimanenti 13, risultati positivi alla visita ORL e con sintomatologia compatibile con patologia flogistica rinosinusale, si è dimostrata costantemente la ostruzione dell'infundibolo (in 10 bilaterale ed in 3 monolaterale). Si è altresì rilevato opacamento dell'etmoide anteriore (9), dell'etmoide posteriore (4), del seno frontale (7) e di quello sfenoidale (4), tessuto patologico con aspetto polipoide nel meato medio (4), poliposi massiva (1). Non abbiamo riscontrato sclerosi ed ispessimento osseo delle pareti sinusali, cisti da ritenzione o mucoceli. Anche in ambito pediatrico la chirurgia endoscopica «funzionale» è indicata quale trattamento della poliposi e delle flogosi croniche o recidivanti ribelli alle comuni terapie farmacologiche. Nei pazienti sintomatici, dopo valutazione endoscopica preliminare, trova giustificazione l'impiego della TC il cui triplice ruolo è di verificare l'esistenza di processi ostruttivi, di valutare l'estensione della patologia e di esplorare con elevata accuratezza le cavità rinosinusali e le strutture limitrofe al fine di ridurre i rischi operatori.

2010 ◽  
pp. 41-68
Author(s):  
Marta Panzeri ◽  
Valentina Raoli

Lo scopo del presente studio č di costruire per la popolazione italiana una versione maschile, il Brief Index of Sexual Functioning for Men (BISF-M), del Brief Index of Sexual Functioning for Women (BISF-W) e di valutarne le proprietŕ psicometriche. Il campione studiato consiste di 190 uomini italiani di etŕ compresa tra i 18 e i 74 anni. Č stata condotta un'analisi fattoriale esplorativa (EFA) con il metodo delle componenti principali e rotazione VARIMAX. Sulla base dello sreetest sono stati considerati 4 fattori che spiegano il 47% della varianza totale: Sessualitŕ di coppia (F1); Sessualitŕ autoerotica (F2); Insoddisfazione (F3); Sessualitŕ anale (F4). L'alpha di Cronbach č risultata, per questi fattori, .96 per F1, .90 per F2, .76 per F3 e .80 per F4, mentre per i 4 fattori emersi dall'EFA sul BISF-W č risultata .95 per F1, .89 per F2, .75 per F3 e .83 per F4. BISF-W e BISF-M costituiscono uno strumento utile per valutare la funzione sessuale delle coppie italiane.


2016 ◽  
Vol 36 (4) ◽  
pp. 300-309
Author(s):  
G.L. Fadda ◽  
M. Berrone ◽  
E. Crosetti ◽  
G. Succo

L'utilizzo diffuso degli impianti dentali e delle procedure ricostruttive per il loro posizionamento ha portato un aumento delle complicanze sinusali da patologia o trattamenti dentali (SCDDT). La diagnosi richiede una valutazione dentale e rinologica accurata, compresa la tomografia computerizzata (TC). Lo scopo di questo studio è stato quello di considerare un approccio multidisciplinare per il trattamento delle SCDDT, combinando la chirurgia endoscopica endonasale (EES) e l'approccio intraorale sulla base di un sistema di classificazione preliminare già proposto da altri autori. Inoltre, gli autori hanno analizzato la percentuale di sinusite mascellare a eziologica odontogena che si estende a interessare i seni etmoidali anteriori come anche i batteri coinvolti nella patogenesi delle SCDDT. Tra il gennaio 2012 e agosto 2015, nella nostra casistica di 31 pazienti, 16/31 pazienti (51,6%) sono stati trattati con approccio EES, 3/31 pazienti (9,7%) con approccio intraorale, e 12/31 pazienti (38,7%) con approccio combinato. Tutti i pazienti hanno riferito un miglioramento dei sintomi della rinosinusite, confermato attraverso i risultati degli esami clinici e della TC di controllo. Non è stata osservata nessuna complicanza significativa, né si è ricorsi a una revisione chirurgica. Infine, i risultati di questo studio preliminare suggeriscono che un approccio multidisciplinare delle SCDDT dalla diagnosi alla terapia permette una diagnosi più precisa e una terapia più esauriente, così da ottenere un rapido recupero, riducendo al minimo il rischio di recidiva.


1992 ◽  
Vol 5 (1_suppl) ◽  
pp. 135-140 ◽  
Author(s):  
S. Perini ◽  
A. Beltramello ◽  
C. Mazza ◽  
A. Maschio ◽  
E. Piovan ◽  
...  
Keyword(s):  

Sono stati sottoposti a trattamento endo-vascolare 19 pazienti in età pediatrica. L'embolizzazione è stata praticata come metodica pre-operatoria (9 casi); pre-radiochirurgica (2 casi); come singolo atto terapeutico per il trattamento di 1 fistola A-V diretta e di 1 aneursma della vena di Galeno; come terapia palliativa in 6 MAV giganti a sede centrale profonda. In tutti i casi è stata effettuata una embolizzazione particolata utilizzando in 17 casi come agente embolizzante il filo di polylene e in 2 casi particelle di spugna di Silastic. In base ai risultati, alle complicanze, al controllo successivo, sono state tratte le seguenti conclusioni: il trattamento vascolare delle lesioni del bambino rappresenta una efficace metodica prechirurgica soprattutto per le MAV estese e in sede critica. L'efficacia del trattamento come metodica pre-radiochirurgica non è ancora stata ben determinata. L'esiguità dei casi sottoposti non ha permesso una conclusione defmitiva, comunque l'embolizzazione ha permesso la riduzione del nido angiomatoso a dimensioni suscettibili di radio-chirurgia. Utilizzata come unica terapia, in assenza d'intervento, la metodica si è rivelata molto utile nel trattamento delle fistole A-V a linea retta (1 caso guarito definitivamente) e nel trattamento dell'aneurisma della vena di Galeno (1 caso trattato incompletamente e tuttora in osservazione). Non sono stati riscontrati, invece, risultati soddisfacenti nel trattamento palliativo di MAV cerebrali molto estese (sopra i 50 ml). In questi casi l'embolizzazione non ha contribuito ad un miglioramento significativo della recidiva emorragica e della mortalità, stimata sulla base della storia naturale ma, al contrario, ha sottoposto i piccoli pazienti a rischi di ischemia e soprattutto di emorragia. Per questi motivi il nostro orientamento attuale è di non sottoporre a trattamento tali malformazioni in età pedriatrica.


2021 ◽  
pp. 117-127
Author(s):  
Alice Scavarda ◽  
M. Ariel Cascio ◽  
Valeria Quaglia
Keyword(s):  

A partire dal confronto di tre ricerche empiriche, questo contributo si pone l'obiettivo di ri-flettere sulle principali sfide metodologiche ed etiche connesse alla conduzione di ricerche qualitative che prevedono la partecipazione delle persone disabili. Più in particolare, i tre casi studio sono stati selezionati strategicamente, ovvero sulla base dell'utilizzo di tecniche di ricerca qualitativa che implicano un grado crescente di coinvolgimento delle persone con di-verse forme di disabilità (fisica, mentale e relazionale). Le autrici discutono, a partire da esempi tratti dalle ricerche presentate, di come la partecipazione alla ricerca da parte di per-sone con caratteristiche ed esperienze differenti comporti sfide metodologiche ed etiche speci-fiche. Se colte dai ricercatori, queste sfide offrono la possibilità non solo di ampliare la cono-scenza di contesti sociali poco esplorati, ma anche di contribuire alla promozione del benes-sere e dell'autoaffermazione delle persone disabili.


2012 ◽  
pp. 103-135
Author(s):  
Wolfgang Schnotz ◽  
Mark Ullrich ◽  
Ulrike Hochpochler ◽  
Holger Horz ◽  
Nele McElvany ◽  
...  

La lettura finalizzata all'apprendimento richiede di integrare in strutture di conoscenza coerenti informazioni provenienti dal testo e dalle figure. Per studiare come si sviluppano le competenze di integrazione testo-figura negli studenti, è stato selezionato dai testi scolatici un campione rappresentativo di compiti di integrazione e questo è stato usato per la costruzione di item, che sono stati mostrati a 1060 studenti tedeschi di 4 livelli scolastici differenti (dalla 5^ alla 8^ classe). Sulla base della item-response-theory, 240 item che richiedono un'integrazione a differenti livelli gerarchici sono stati selezionati secondo un modello logistico a 1 parametro. L'analisi cognitiva degli item suggerisce che l'integrazione testo-figura richiede combinazioni flessibili di un insieme limitato di procedure cognitive che operano su modelli mentali specifici per compito. Le difficoltà degli item di integrazione testo-figura nei termini del modello di Rasch possono essere predette sulla base dell'analisi del compito cognitivo includendo le caratteristiche strutturali delle unità di testo e le richieste procedurali degli item.


1988 ◽  
Vol 1 (2) ◽  
pp. 155-159 ◽  
Author(s):  
N. Corsico ◽  
P. Tirone

Sono stati confrontati gli effetti farmacotossicologici di alcuni mezzi di contrasto ionici e non-ionici sulle strutture nervose e sulle funzioni cerebrali. I mezzi di contrasto non-ionici hanno esercitato una minor azione lesiva sulla barriera ematoencefalica e sono risultati meno neurotossici. In particolare hannno dimostrato un minore potenziale epilettogeno. Sulla base dei risultati ottenuti si può presumere che la minor neurotossicità dei mezzi di contrasto non-ionici non sia dovuta soltanto alla minor osmolalità delle soluzioni, ma anche alla minor chemiotossicità della molecola.


2015 ◽  
Vol 35 (6) ◽  
pp. 426-432
Author(s):  
E. DE CORSO ◽  
G. BASTANZA ◽  
G. DELLA MARCA ◽  
C. GRIPPAUDO ◽  
G. RIZZOTTO ◽  
...  

Il trattamento con dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD) rappresenta un’efficace alternativa terapeutica per i pazienti affetti da roncopatia semplice, OSAS di grado lieve/moderato e in casi selezionati di OSAS grave con scarsa tollerabilità alla terapia ventilatoria con C-PAP. Pertanto è importante identificare dei criteri oggettivi per selezionare i pazienti che possono beneficiare del trattamento con i sistemi di avanzamento mandibolare (MAD). In letteratura sono stati descritti vari fattori predittivi sia antropometrici che polisonnografici, mentre esistono ancora controversie circa il ruolo della Sleep Endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare bimanuale durante lo stesso esame come fattori predittivi del successo terapeutico con MAD. In questo studio descriviamo la nostra esperienza nel management di pazienti affetti da OSAS lieve/moderata trattati con MAD e selezionati mediante “sleep endoscopy”. Abbiamo eseguito una valutazione prospettica longitudinale di una serie consecutiva di pazienti giunti alla nostra osservazione con diagnosi di OSAS lieve/moderata e sottoposti a sleependoscopy. Durante il sonno indotto farmacologicamente è stata eseguita una delicata manovra di avanzamento mandibolare con escursione inferiore ai 5 mm e abbiamo riscontrato che in 30 dei 65 pazienti (46,2%) lo spazio respiratorio non migliorava in modo significativo a livello dei siti di ostruzione osservati, mentre in 35 dei 65 pazienti (53,8%) si osservava un miglioramento significativo tale da poter indicare terapia con MAD. In 7 dei 35 pazienti venivano riscontrate condizioni che ostacolavano l’applicazione del MAD per cui 28 dei 35 pazienti sono stati sottoposti a terapia con MAD. Dopo 3 mesi di trattamento abbiamo documentato un miglioramento significativo dell’indice di Epworth medio [(7,35 ± 2,8 vs 4,1 ± 2,2 (p < 0.05)], dell’AHI medio [(21.4 ± 6 eventi per ora verso 8,85 ± 6,9 (p < 0.05) ] e dell’ODI medio [(18.6 ± 8 eventi per ora versus 7 ± 5.8 (p < 0.05)]. Abbiamo inoltre osservato che l’AHI migliorava di almeno il 50% rispetto al basale nel 71.4% dei pazienti selezionati mediante sleep endoscopy. In questo studio, la terapia con i dispositivi di avanzamento mandibolare è stata prescritta con successo sulla base non soltanto dell’indice di apnea/ipopnea, ma anche dei reperti della sleep endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare, ottenendo una visione diretta degli effetti della protrusione mandibolare sullo spazio respiratorio in corrispondenza dei siti di ostruzione, e ottenendo una buona ottimizzazione della selezione dei pazienti per il trattamento con MAD.


2004 ◽  
Vol 13 (S7) ◽  
pp. 22-44
Author(s):  
Giovanni Santone ◽  
Giovanni de Girolamo ◽  
Ian Falloon ◽  
Angelo Fioritti ◽  
Rocco Micciolo ◽  
...  
Keyword(s):  

Se le SR devono rappresentare, almeno per una parte dei pazienti che esse ospitano, un setting destinato al trattamento intensivo a lungo termine, l'analisi del processo assistenziale (ossia di ciò che concretamente si fa nelle SR, delle regole che caratterizzano lo svolgersi della vita comunitaria, delle attività condotte dagli operatori) appare una dimensione di fondamentale importanza da comprendere. Nell'ambito del progetto PROGRES, tale dimensione è stata oggetto di una valutazione approfondita, che viene descritta in questa sezione della monografia.La Scheda Struttura conteneva molti item che esploravano varie caratteristiche e dimensioni del processo assistenziale. L'analisi dei dati ha preso in esame la descrizione dei parametri rilevanti per la comprensione di specifici aspetti del processo assistenziale in atto all'interno delle SR. Si sono anche esplorate eventuali associazioni fra caratteristiche delle SR e dei pazienti ospitati.È stata inoltre condotta una analisi dei cluster al fine di individuare, sulla base dei dati disponibili, dei raggruppamenti omogenei di SR che consentano di cominciare a delineare una tassonomia di queste strutture e delle loro funzioni. In generale, l'analisi dei cluster classifica i casi in categorie o gruppi relativamente omogenei, basandosi sulla loro somiglianza o dissimiglianza rispetto alle variabili selezionate. Al fine di effettuare l'analisi dei cluster cercando di utilizzare il massimo numero di informazioni disponibili, sono stati messi a punto 4 punteggi sintetici: ciascuno di essi ha il compito di riassumere la presenza o assenza di varie caratteristiche o dimensioni inerenti al processo assistenziale.


2002 ◽  
Vol 15 (1) ◽  
pp. 69-84
Author(s):  
S. Perini ◽  
F. Causin ◽  
L. Castellan

Il trattamento endovascolare con colla acrilica o altri agenti embolizzanti viene utilizzato con vantaggio nella terapia delle MAV encefaliche da oltre vent'anni. Oggi rappresenta, per lo più, la fase preliminare alla micro-chirurgia o alla radio-chirurgia stereotassica con soddisfacente risultato terapeutico anche nelle malformazioni localizzate in sede eloquente o critica. L'embolizzazione praticata come unico atto terapeutico volto alla guarigione della MAV è sensibilmente meno efficace della terapia combinata. Le percentuali di occlusione completa e definitiva del “nidus” riportate in letteratura non sono omogenee ed oscillano per lo più tra il 10% e il 20% dei casi. Dal 1993 ad oggi sono stati sottoposti a trattamento endovascolare 138 pazienti: di questi, 37 (27%) sono stati sottoposti ad embolizzazione come unico gesto terapeutico. L'occlusione completa e definitiva del nido angiomatoso con la sola iniezione di colla acrilica è stata ottenuta in 16 su 138 casi (11.5%). L'incidenza delle complicanze riscontrate nella nostra serie è stata del 23%, quasi completamente riferibile al trattamento delle malformazioni situate in area eloquente o critica. Non sono state riscontrate complicanze mortali. Sulla base dei nostri risultati sembrano importanti le seguenti considerazioni riguardanti l'efficacia, le complicanze e le indicazioni della metodica. L'occlusione completa e definitiva del “nidus” di una MAV dopo embolizzazione rappresenta tutt'ora, dopo oltre vent'anni dalla introduzione della tecnica, un'evenienza piuttosto rara legata a circostanze non completamente prevedibili. L'emorragia rappresenta l'evenienza più grave conseguente alla embolizzazione e rappresenta la causa principale della maggior parte dei deficit neurologici gravi riscontrati sia durante il trattamento sia nei giorni successivi. Sulla base dei dati della letteratura e da quelli emersi dalla nostra casistica non è stato possibile stabilire indicazioni certe al trattamento con la sola embolizzazione. Esistono, invece, condizioni cliniche e morfologiche che sconsigliano la chirurgia o la radio-chirurgia e quindi anche il trattamento combinato.


1998 ◽  
Vol 7 (3) ◽  
pp. 188-196
Author(s):  
Raffaella Madonna ◽  
Marco Valenti ◽  
Giovanna Borrelli ◽  
Renato Cerbo ◽  
Manlio De Lellis ◽  
...  

RIASSUNTOScopo - Descrivere Pimplementazione epidemiologica nella Regione Abruzzo di un servizio di prevenzione degli handicap psiconeurosensoriali dell'eta evolutiva; presentare i dati di prevalenza delle patologie osservate e i modelli di regressione esplicativi deU'occorrenza, discutere i dati di accesso ai servizi in termini di risposta alle necessità sociosanitarie. Setting e disegno - Sono stati utilizzati i dati forniti da un sistema informativo regionale, costituito da fonti informative primarie operanti presso le aziende USL (Servizio di Medicina scolastica, Medicina di base, Pediatria di base, Consultori familiari, Servizio di Riabilitazione) e da strutture specializzate di individuazione diagnostica (Équipe Multidisciplinari, Divisione Clinicizzata di Neuropsichiatna Infantile, Servizi Territoriali di NPI). Il modello di gestione dei dati è il registro epidemiologico di popolazione. La popolazione target e la popolazione abruzzese di eta inferiore ai 25 anni. Principali misure utilizzate - Vengono utilizzate in questo studio misure epidemiologiche di prevalenza, standardizzate per età, assumendo come standard la popolazione regionale (0-24 anni). La definizione delle patologie è stata effettuata sulla base delle nosografie standard 1CD-9 e ICD-10; la definizione di handicap sulla base della classificazione OMS (1981). Sono state esaminate le associazioni tra le variabili esplicative di tipo sociodemografico e anamnestico e le diverse tipologie di esito clinico attraverso modelli di regressione logistica. Risultati - Le stime di prevalenza per le principali patologie neuropsichiatriche infantili e per le patologie organiche e/o congenite generatrici di handicap nella popolazione dell'Abruzzo sono paragonabili a quelli riscontrati in letteratura in setting analoghi, ad eccezione dei disturbi ipercinetici che sembrerebbero indicare per I'Abruzzo un'alta occorrenza in entrambi i sessi. La riabilitazione risulta essere la necessita sanitaria maggiormente richiesta per tutti gli assi diagnostici; neH'ambito delle necessita sociali risulta relativamente poco rilevante il ricorso all'assistenza scolastica e, soprattutto, domiciliare. L'analisi di regressione logistica indica lo stato socioeconomico e la presenza di handicap in famiglia come fattori associati, rispettivamente, in modo negativo all'occorrenza di disturbi ipercinetici, e in modo positivo alFoccorrenza di ritardo mentale. Inoltre, lo stato di convivenza in famiglia naturale e associato negativamente aU'occorrenza di disturbi evolutivi. Conclusioni - Lo studio riporta i risultati preliminari dell'attivita di un registro specializzato per l'handicap psiconeurosensoriale in eta evolutiva. Tra le prime indicazioni operative emerge con chiarezza l'utilita della standardizzazione delle procedure diagnosu'che, della definizione di linee guida gestionali comuni nelle diverse aree territoriali, e, comunque, l'importanza della conoscenza epidemiologica del fenomeno handicap per una corretta impostazione di strategie di prevenzione e programmazione.


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