ACME - Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano
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Published By Led Edizioni Universitarie

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Author(s):  
Davide Ciprandi

La tesi di dottorato di Erin M. Brooks, oggi Assistant Professor di Storia della musica presso la Crane School of Music della State University of New York at Potsdam, indaga il rapporto tra Sarah Bernhardt, prima interprete del ruolo di Floria in La Tosca, e la musica del suo tempo, compresa quella scritta appositamente per il teatro. All’interno di questo testo viene citata una rilevante scoperta dell’autrice, ossia un manoscritto delle musiche di scena composte da un certo Louis Pister per la pièce di Sardou, conservate oggi presso la National Library of Australia. Scopo di questo contributo è quello di proporre un’edizione critica delle musiche di scena composte da Pister, documento imprescindibile per l’analisi dell’opera di Sardou. Inoltre, si tenterà di ricostruire, attraverso lo spoglio dei periodici contemporanei, la ricezione del dramma La Tosca e il profilo biografico dello sconosciuto compositore della musica incidentale.


Author(s):  
Daniel Da Silva Toledo
Keyword(s):  

The main purpose of this article is to present a critique of the Nietzschean reading of the evaluative status of Euripides’ poetry within the historical-genealogical process that the philosopher understands as constituting the decline of the Greek tragedy. The negative character – supposedly radicalizing, potentializing and consuming this hypothetical trajectory of decline – of Euripidian poetry will here be imputed to the very theoretical conditioning of the Nietzschean conception of the tragic. To do this, we will explore three fundamental guidelines: (1) the subordination of Nietzsche to a traditional interpretative line; (2) his tendentious disregard for the concrete content of the whole Euripidian work; (3) the unfounded identification between Socrates and Euripides.


Author(s):  
Cristiana Pasetto

Il contributo si propone di indagare la presenza della figura di Domizio Marso all’interno dell’opera di Marziale, avanzando delle ipotesi in merito al ruolo di mediazione esercitato dal poeta augusteo nella storia dell’epigramma latino. Le frequenti e significative menzioni nel corpus marzialiano, che evidenziano una progressiva identificazione di Marziale con il suo antecedente, suggeriscono che Marso, prendendo le mosse dal modello catulliano, non abbia esitato a ricercare soluzioni poetiche nuove e originali, facendosi autore di una poesia improntata a un forte sperimentalismo, nelle forme e nei contenuti: fu ora poeta leggero e ora impegnato, rappresentando per Marziale un esplicito punto di riferimento, sia nell’interpretazione fluida e aperta del genere epigrammatico, sia per la capacità di comporre un epigramma degno, non meno della poesia “maggiore”, di adempiere alla celebrazione del potere. È possibile ipotizzare, inoltre, che Marso abbia offerto un rilevante contributo, in particolare, nello sviluppo dell’epigramma longum, discostandosi dal principio callimacheo della brevitas ma pur sempre mantenendosi fedele alla sua “Musa minore”.


Author(s):  
Federico Prina

Il saggio si pone come obiettivo l’analisi della rievocazione storica, il pageant, e del suo significato all’interno di due romanzi inglesi dell’interwar period: Between the Acts (1941) di Virginia Woolf e Wigs on the Green (1935) di Nancy Mitford. Il pageant ha rivestito un ruolo di primo piano nell’Inghilterra degli anni compresi fra le due guerre, assurgendo a simbolo della tradizione inglese e della Englishness,e trovando, inoltre, un forte riscontro nella letteratura di quel periodo. In Between the Acts, la rievocazione storica messa in scena da Miss La Trobe nel cuore della campagna inglese, sul prato di Pointz Hall, è il riflesso del caos ineluttabile che contraddistingue la condizione umana nel mondo moderno e del profondo senso di solitudine e di isolamento della società inglese sull’orlo della Seconda Guerra Mondiale. Mitford utilizza invece il pageant come strumento per smascherare l’inconsistente ideologia nazionalista del fascismo inglese di quegli anni, considerata dalla scrittrice solo vuota retorica priva di uno scopo concreto, e rappresentata, in Wigs on the Green, dal personaggio di Eugenia Malmains, la più ricca ereditiera inglese – versione romanzesca della sorella della scrittrice, la fascista Unity Valkyrie – fervente sostenitrice di Captain Jack e delle Union Jackshirts, partito fascista immaginario basato sulla British Union of Fascists di Sir Oswald Mosley. Partendo da una breve introduzione del pageant e del ruolo che riveste nella letteratura inglese degli anni ’30, si passa poi alla sua contestualizzazione all’interno delle opere di queste due scrittrici, focalizzandosi, in particolare, sul significato che assume in relazione al quadro storico-politico, culturale e sociale.


Author(s):  
Federico Russo

Alcune orazioni di Dione di Prusa testimoniano i temi che furono al centro della competizione politica a Prusa e in altre città della Bitinia. Tra questi, un ruolo particolare è rivestito dal programma di monumentalizzazione edilizia voluto – e in parte finanziato – da Dione per la sua città, che fu motivo (o pretesto) di attacco politico da parte dei suoi avversari. Si indagano qui i possibili riferimenti legislativi in base ai quali Dione fu accusato, tra le altre cose, di non aver portato a termine edifici promessi alla comunità o di aver raso al suolo alcune aree della città stessa per far spazio a nuovi fabbricati. L’analisi della contemporanea legislazione edilizia a Roma mostra come problemi di questo genere fossero particolarmente sentiti nel II secolo d.C., inducendo gli imperatori a legiferare in materia a più riprese.


Author(s):  
Silvia Zanelli

Obiettivo del presente contributo è tracciare una cartografia della nozione di individuazione, nella sua relazionalità con la dimensione del pre-individuale, lavorando tra il pensiero di Gilles Deleuze e Gilbert Simondon, attraverso un percorso di ripensamento dell’idea di umanità. Si vorrebbe cioè mostrare come sia possibile risemantizzare la vexata quaestio della “Fine dell’Uomo”, rileggendola piuttosto come un problema di con-fini e di margini, sempre attivi e divenienti. Al fine di mettere in luce questa costitutiva interrelazione fra il campo del pre-personale e dei processi di individuazione, si prenderanno in analisi i concetti di differenza, affettività e di “comunismo ontologico”.


Author(s):  
Calogero Farinella
Keyword(s):  

Storico dai molteplici interessi, bibliotecario, musicista, uomo di cultura e grande modernista, studioso, in particolare, dell’Italia settecentesca, Calogero Farinella ci ha prematuramente lasciati nel giugno del 2019, a poco più di sessanta anni. Le sue pubblicazioni sulla Genova del Settecento e sulla scienza illuminista (veronese specialmente: Francesco Bianchini, Anton Mario Lorgna e l’Accademia dei Quaranta) fanno e faranno sempre data negli studi di storia della cultura. Allievo tra i più brillanti di Salvatore Rotta (1926-2001), dal quale mutuò la passione per il XVIII secolo in particolare, Farinella si laureò sotto la sua guida su William Godwin (1756-1836), padre di Mary Shelley, filosofo e scrittore politico di area libertaria, che, con la sua fondamentale opera, marchia a fuoco il passaggio, in Gran Bretagna, dai Lumi al Romanticismo. Sulla figura e gli scritti di Godwin, ricavandoli dalla propria dissertazione di laurea, Farinella estrasse e pubblicò, negli anni Ottanta del secolo scorso, due articoli, apparsi nel volume della «Miscellanea storica ligure» contenente gli Studi in onore di Francesco Cataluccio (William Godwin ed il suo Journal all’epoca della Rivoluzione Francese, xv, 1984), e poi su Studi settecenteschi (Il governo più semplice. Il mito democratico-repubblicano in William Godwin, viii, 1987). Un terzo ampio articolo, che contiene spunti davvero interessanti sul romanzo utopistico di Godwin, rimase inedito, sino a oggi, malgrado l’oggettivo e rilevante valore del contributo di Farinella. Crediamo, pertanto, di fare cosa gradita alla memoria dell’amico e dello studioso pubblicandolo per la prima volta, in questa sede.


Author(s):  
Antonio Dell’Acqua

The city of Ashqelon lies on the southern part of the Israeli coast, 50 km south of Jaffa, and 13 km north of Gaza. It was a relevant port city during Antiquity, until the Crusaders and the Arab conquest in the 13th century when it was destroyed and abandoned. The continuity of the settlement resulted in a rich archaeological deposit, spanning from the Bronze Age to the Medieval period. Still, at the same time, it also caused the dismantling of several buildings and the reuse of architectural debris in the city itself or elsewhere, mostly in other sites along the coast. This paper deals with the spolia of the Roman town, and aims to evaluate the management of the dismantling process in the post-Classical era, the purposes and dynamics of the reuse as well as its geographical spread.


Author(s):  
Paola Maria Rossi

This article aims to explore how Pāṇini’s model of the bahuvrīhi compound may be diachronically correlated to the bahuvrīhi compound as attested in the Vedic Sanskrit language, thus accounting for the two Pāṇinian requisites: zero-ending for all the constituents and accentuation on the first constituent, contrastively employed in relation to the determinative compounds. Since Pāṇini’s work is based on the Brahmanical scholarly tradition, the sources of his bahuvrīhi model are also to be found in the Brahmanical scholarly milieux. The locus classicus is the case of índraśatru, which starts off the process of uniformation and regulation of bahuvrīhi compound stressed on the first constituent. The same scholarly-discussed índraśatru compound is mentioned in the late Rigvedic textual layer (R̥V 1.32.6; 1.32.10), as an expressive poetic device. Therefore, the two Pāṇinian characteristic traits of the bahuvrīhi compound are inherited from a peculiar blend of poetic language and linguistic exegesis.


Author(s):  
Giulia Cosio

In this article, the author wishes to give an overview of the thought and work of Tzvetan Todorov, a Bulgarian philosopher who emigrated to France in 1963. Distinguished representative of the contemporary intellectual scene, his figure remains elusive, due to the multidisciplinary nature of his approach and the variety of themes he touchs. Former member of French structuralism, Todorov deviates gradually from the blueprint of structuralist thought to achieve a neo-humanism that finds echoes in contemporary French philosophy. This study intends to chart the parable of this personal and intellectual path, and to explain the peculiarities of this style. The attention to the central event of alterity in the constitution of human nature is framed in Todorov’s works through an original writing method (the exemplary history and the dialogical critic of thought) and a strong ethical reflection full of suggestions coming from several disciplines.


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