malattie cardiovascolari
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Author(s):  
Camilla Muccini et al.

Obiettivo di questo studio era la valutazione della prevalenzadi ispessimento dell’intima-media (>1.00-1.20 mm) e diplacche (>1.20 mm), in una coorte di persone che vivonocon HIV, e i fattori di rischio per queste condizioni.<br />Il Progetto è iniziato nel 2019 e coinvolge otto centri italiani. Le misurazioni della carotide erano eseguite da un medicoappositamente preparato, che valutava i seguenti parametri:spessore medio-intimale delle carotidi comuni e interne, sia a sinistra che a destra. Sono state raccolte informazionisui fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, la contadei CD4+, i lipidi serici, la glicemia, e l’indica di massa corporea (BMI).<br />L’associazione tra risultati patologici e potenzialifattori di rischio è stata valutata utilizzando la regressionelogistica, con gli odds ratio (OR) e gli intervalli di confidenzaal 95% (95% CI). Tra 1147 pazienti valutati, con età media di 50 anni, 347 (30.2%) avevano risultati patologici (15.8% placche e 14.5%IMT).<br />Oltre ai fattori di rischio soliti, come età avanzata, sessomaschile, sovrappeso e dislipidemia, una conta dei CD4+nadir < 200 celle/mm³ era associata con una prevalenzamaggiore di placche (OR aggiustato 1.79, 95% CI 1.23-2.61).<br />L’uso di INSTI era suggerito come associato con risultati patologici. Questi dati mostrano che la percentuale complessiva di lesionidella carotide è ancora elevata.<br />L’ecografia color-Dopplerpotrebbe ricoprire un ruolo chiave nell’indentificare equantificare le lesioni aterosclerotiche nelle persone che vivonocon HIV, anche a uno stadio molto precoce, e dovrebbevenire inclusa nell’algoritmo di gestione delle comorbiditàin questi pazienti.


2021 ◽  
Vol 1 (1) ◽  
pp. 1-13
Author(s):  
Ettore Antoncecchi ◽  
Enrico Orsini

Il panorama scientifico 2020 è stato dominato dalla pandemia CoViD, che ha quasi del tutto as-sorbito l’interesse e le energie della ricerca, in ogni branca della medicina. La cardiologia non ha fatto eccezioni. Non vi è stata piattaforma web, congres-so o meeting, rivista internazionale o nazionale, che non si sia occupata in larga misura dei rapporti fra CoViD-19 e malattie cardiovascolari. Il risultato è stata la povertà di reali novità nella produzione scientifica in ambito cardiovascolare. Anche l’atte-sissimo progetto ISCHEMIA, pubblicato nel 2020, che peraltro non ha apportato reali novità nel trat-tamento della cardiopatia ischemica cronica, non ha suscitato il dibattito scientifico che sarebbe stato ne-cessario, soffocato purtroppo dalla tragedia CoViD che il mondo ha vissuto in questo anno. Una delle poche eccezioni dell’anno 2020 è stata la inarrestabi-le conferma degli inibitori SGLT2, che hanno ormai travalicato il semplice ruolo di farmaci antidiabetici, per collocarsi a pieno titolo fra gli agenti dotati di uno spiccato ruolo protettivo verso gli outcomes cardiovascolari. Come ogni anno, abbiamo concentrato la nostra attenzione su alcuni temi, che riteniamo particolar-mente significativi per l’interesse dei lettori.


2021 ◽  
Vol 29 (1) ◽  
pp. 30-40
Author(s):  
Addolorata Carcagnì

Le malattie cardiovascolari associate all’aterosclerosi sono la prima causa di mortalità e morbilità. Diversi studi evidenziano che il tessuto adiposo viscerale ha un ruolo importante nello sviluppo di uno stato infiammatorio sistemico che contribuisce al rischio cardiovascolare e allo sviluppo della patologia ischemica. I mediatori circolanti dell’infiammazione partecipano ai meccanismi del danno vascolare. Nei pazienti obesi tali sostanze sono secrete direttamente dagli adipociti e dai macrofagi del tessuto viscerale e dagli epatociti e contribuiscono all’insorgere dell’insulino-resistenza. Questa rassegna mostra come lo stato infiammatorio si associa ad insulino-resistenza e come questo agisca nella formazione della placca ateromasica. Inoltre, descrive come l’insulino-resistenza potenzia altri fattori di rischio cardiovascolare associati all’obesità; e suggerisce importanti raccomandazioni nella pratica clinica per i pazienti cardiovascolari con obesità viscerale


Author(s):  
Vanessa Cristina de Castro Aragão Oliveira ◽  
Amanda Faria Rangel ◽  
Estéfane Costa Silva Lobo

Introduzione: Le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) rappresentano un enorme ostacolo alla salute globale. Oltre a causare un impatto economico sulle famiglie e sulle comunità, causano anche molti decessi prematuri, causano grandi restrizioni e perdita di qualità della vita. Obiettivo: Ritrarre il profilo di mortalità dovuto a malattie croniche non trasmissibili nella città di Parnaíba (PI) dal 2016 al 2019. Metodi: Si tratta di una progettazione ecologica delle serie temporali, con i dati raccolti dal Sistema informativo sulla mortalità (SIM) del Ministero della Salute, tra agosto e gennaio 2020. Sono stati esclusi i dati che presentavano informazioni provenienti da altri comuni. Per la raccolta dei dati è stata utilizzata la versione 3.6b di TABWIN, un programma fornito da DATASUS. L’analisi dei dati è stata effettuata attraverso l’uso di analisi statistiche descrittive, tra cui l’intero numero e la percentuale di malattie croniche non trasmissibili. Risultati e Discussione: I tassi di mortalità, nel periodo dal 2016 al 2019, dovuti ai MCNT presentano un’alta percentuale di decessi per malattie cardiovascolari (CVD), per un totale del 52,51%, seguiti da neoplasie (25,31%), diabete mellito (12,75%) malattie respiratorie, responsabili del 9,43% dei decessi. Conclusione: Lo studio ha permesso l’identificazione di una conformità dei tassi di mortalità tra femmine e maschi, essendo più alto negli uomini in generale, nel periodo studiato, e che i decessi per malattie cardiovascolari totalizzano più della metà dei decessi per MCNT nel comune di Parnaíba.


Author(s):  
Edinaldo Siqueira da Costa ◽  
Silvana Rodrigues da Silva

L’ipertensione arteriosa sistemica è la più frequente delle malattie cardiovascolari e risponde come principale fattore di rischio per le complicanze più comuni, come l’ictus e l’infarto miocardico acuto, oltre alla malattia renale cronica allo stadio finale. L’educazione sanitaria è lo strumento principale per i cambiamenti nelle abitudini e nello stile di vita, fondamentale nel processo preventivo per questa patologia. L’obiettivo di questa ricerca era quello di analizzare l’influenza delle azioni educative in salute sull’ipertensione arteriosa sistemica nel cambiamento di stile di vita dei servi della Corte di giustizia dello Stato di Amap. Lo studio ha avuto la partecipazione di 255 server ed è stato utilizzato un questionario per la raccolta dei dati, che sono stati analizzati tramite SPSS versione 22 (IBM SPSS, USA). È stato osservato che il 54,1% era di sesso femminile, il 66,3% marrone, il 33,7% tra i 40 e i 49 anni, il 47,8% aveva un’istruzione superiore e il 59,6% era sposato o viveva in un’unione stabile. L’indice di massa corporea ha mostrato che il 48,2% era ≥ sovrappeso, il 64,7% aveva una circonferenza addominale aumentata e il 10,6% aveva valori capillari di glucosio nel sangue ≥ 99 mg/dL. Per quanto riguarda la pressione sanguigna, il 33,3% degli uomini e il 21,7% delle donne avevano PA ≥ e 140 e/o 90 mmHg. Per quanto riguarda la partecipazione a qualche attività preventiva o educativa, il 76,1% ha dichiarato sì, di cui il 60,4% li ha considerati soddisfacenti e il 44,7% ritiene che non vi sia alcuna influenza sul cambiamento di stile di vita. Si è concluso che le azioni di educazione sanitaria stanno in parte influenzando il cambiamento delle abitudini dei dipendenti, perché gli indici dei fattori di rischio sollevano ancora preoccupazione.


2020 ◽  
pp. 1-10
Author(s):  
Ettore Antoncecchi ◽  
Enrico Orsini

Si può ben dire che il panorama scientifico 2019 è stato ricco di novità per la cardiologia. Sono stati presentati nei principali congressi internazionali e pubblicati sulle riviste più prestigiose i risultati di numerosi ed importanti trials, attesi da anni su tematiche differenti. La Società Europea di Cardiologia è stata attivissima, emanando ben cinque nuove linee guida, su diabete e malattie cardiovascolari, dislipidemie, embolia polmonare, tachicardie parossistiche sopraventricolari e sindromi coronariche croniche. Le società americane sono state più prudenti, per certi aspetti opportunamente, limitandosi ad emanare due nuovi documenti sulla prevenzione primaria e sulla fibrillazione atriale. Non sempre tuttavia novità è sinonimo di progresso reale. Numerosi trials su farmaci già sviluppati o in via di sviluppo hanno dato risultati negativi o solo modestamente positivi, tanto da non consentire di supportarne nuove indicazioni. Uno dei nuovi documenti di indirizzo della Società Europea di Cardiologia si è rivelato, come sarà discusso, sostanzialmente privo di reali innovazioni. Uno dei trials maggiormente attesi, ISCHEMIA, presentato all’American Heart Association ma non ancora pubblicato, ha dato un risultato che possiamo definire “nullo”. Soltanto una classe di nuovi farmaci antidiabetici, gli inibitori SGLT-2, hanno ricevuto conferme molteplici nel 2019, tanto da permetterne la collocazione fra gli agenti più attivi per la prevenzione cardiovascolare. Questo editoriale, non potendo passare in rassegna tutte le novità cardiologiche 2019, tratterà soltanto alcuni temi che gli autori reputano maggiormente significativi. Sperando di incontrare l’approvazione dei lettori di Cardiologia Ambulatoriale.


2019 ◽  
pp. 1-138
Author(s):  
Guest Editors: Paola Gnerre ◽  
Roberto Frediani ◽  
Roberto Risicato ◽  
Massimo Rondana ◽  
Roberto Nardi

La dieta occidentale ha modificato le ancestrali attitudini alimentari dell’uomo dell’era paleolitica? R. Nardi, P. Gnerre Alimentazione e longevità A. Mazza, G. Torin Rischio cardiovascolare e alimentazione: punto della situazione E. Filippini, G. Di Pasquale Ripensare gli obiettivi terapeutici: abbassare il colesterolo LDL o ridurre l’insulino-resistenza e lo stato pro-infiammatorio? L. Briatore La dieta DASH nelle malattie cardiovascolari e dismetaboliche A. Bosio, G. Pinna I falsi miti: quello che il medico deve dire al suo paziente per evitare i preconcetti ai fini di una buona educazione alimentare M. Malta Focus su alcool e salute M. Visconti Il paradosso francese; vantaggi e svantaggi presunti o certi del consumo quotidiano di vino S. Maccariello, G. Ballardini Olio e salute: le diverse tipologie in commercio, miti, preconcetti, metodi di cottura, svantaggi e alimentazione sana C. Parodi, E. Ottaviano La nutrizione nell’anziano fragile R. Risicato, M. Rondana Anoressia: lo stato dell’arte G. Tenconi Obesità sarcopenica F. Macchi, P. Brandimarte, A. Babbanini, G. Amadio, A. Martini, A. Zanotelli, G. Zoso, A.P. Rossi FODMAP e gluten sensitivity: quali evidenze e quale dieta? C. Tieri Dieta priva di glutine: quali rischi (in assenza di celiachia)? F. Tangianu Cibi crudi o cotti, quali tutele per i consumatori? E. Guberti Integratori alimentari: uso e abuso C. Parodi, F. Pivari Ruolo della nutraceutica in Medicina Interna: indicazioni e limiti A.F.G. Cicero, F. Fogacci Dieta chetogenica: pro e contro A. Casola, L. Bianchi, S. Detrenis, M. del Mar Jordana-Sanchez, S. Pioli, M. Meschi


2019 ◽  
Vol 20 (2) ◽  
pp. 113-114
Author(s):  
Marco Infante ◽  
Andrea Fabbri

2019 ◽  
pp. 314-316
Author(s):  
Antoncecchi, Ettore ◽  
Orsini, Enrico

2018 ◽  
Vol 24 (2) ◽  
pp. 24-33
Author(s):  
C. Guastoni ◽  
B. Gidaro ◽  
P. Covella

La nefropatia da mezzo di contrasto (contrast induced nephropathy) (CIN) è una delle cause più frequenti di danno renale acuto nei pazienti ricoverati. L'incidenza di CIN dipende dalla presenza di fattori di rischio legati al paziente (insufficienza renale, diabete, malattie cardiovascolari, età avanzata) e da cause dipendenti dalla procedura (dose elevata di mezzo di contrasto, via di somministrazione intra-arteriosa). L'insufficienza renale rappresenta il maggiore fattore di rischio di CIN, in particolare quando è associata al diabete. L'idratazione pre- e post-somministrazione di MDC rappresenta la sola terapia di prevenzione ad essere strettamente raccomandata dalle Linee Guida nei pazienti a rischio. Gli studi sulla prevenzione della CIN hanno riguardato soprattutto casistiche cardiologiche di pazienti con moderato rischio renale (GFR 60– 40 mL/min) sottoposti a somministrazione intra-arteriosa di mezzo di contrasto. In molti trial clinici è stata valutata l'efficacia dell'idratazione con bicarbonato di sodio e della N-acetilcisteina (NAC) nella prevenzione della CIN. L'infusione con sodio bicarbonato ha dimostrato una maggiore efficacia rispetto alla fisiologica, in modo particolare quando l'idratazione necessita tempi rapidi come nelle procedure in emergenza. La NAC non ha dimostrato una chiara efficacia in quanto i risultati positivi osservati in alcuni studi non sono stati confermati in altri. Il problema aperto rimane la prevenzione della CIN nei soggetti con elevato rischio renale (e-GFR < 30 mL/min) nei quali la presenza di CIN può associarsi all'ingresso in dialisi cronica.


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