I linfomi secondari del sistema nervoso centrale
Esponiamo i risultati della nostra esperienza nello studio dei linfomi secondari del SNC con la risonanza magnetica, in confronto con i dati disponibili in letteratura. In particolare, abbiamo analizzato i dati epidemiologici e l'eventuale ricaduta delle risultanze della RM sul protocollo diagnostico-terapeutico dei linfomi secondari. Inoltre, abbiamo tentato di identificare delle ipotesi di correlazione tra quadro anatomo-patologico e segnale RM. Nei 10 pazienti sono state individuate 20 lesioni, in 7 casi singole, in 3 multiple, queste ultime da un minimo di 2 a un massimo di 6. Complessivamente le lesioni sono risultate così distribuite: — 15 lesioni intrassiali, 5 delle quali singole, 3 multiple; 1 lesione intra-assiale aveva localizzazione midollare; — 5 lesioni extrassiali, di cui 3 meningo-durali e 2 leptomeningee, tutte singole. Nelle lesioni intrassiali in T1 la zona 1 è apparsa sostanzialmente isointensa (80%) e raramente ipero iso-iperintensa (20%). In T2 si è evidenziata una prevalente iperintensità (70%), raramente una isointensità (20%) o una ipointensità (10%). La zona 2 è risultata evidente nel 30% dei casi. L '80% delle lesioni ha mostrato un potenziamento dopo contrasto, in tutti i casi da moderato a marcato e di aspetto omogeneo. In nessun caso è stata evidenziata una diffusione subependimale. Nelle immagini tardive solo nel 10% dei casi si è osservato un aumento del grado di impregnazione e senza estensione alla zona 2. Le lesioni meningodurali, così come le leptomeningee, si presentano isointense in T1, male apprezzabili in T2, ma vengono rivelate dopo mdc dalla netta impregnazione. All'esame istologico, tali forme secondarie si sono rivelate eterogenee: 5 casi a grandi cellule, 1 a piccole cellule, 1 linfoblastico, 1 tipo Burkitt, 2 linfomi di Hodgkin. In un caso a presentazione contemporanea nel SNC ed in sede periferica, il riscontro istologico cerebrale (a grandi cellule), si è mostrato differente da quello bioptico linfonodale (a piccole cellule). È stata valutata infine la risposta al trattamento, in massima parte chemioterapico; in 2 pazienti questo è stato associato a radioterapia. Si è osservata una regressione o una riduzione volumetrica lesionale nel 50% dei casi, una progressione nel 30%, ed un reperto sostanzialmente invariato nel 20%. La durata minima di tali regressioni è stata di circa 2 mesi. Solo un paziente è attualmente in remissione completa dopo circa 12 mesi dalla regressione delle lesioni. L'esame RM ha confermato di possedere una elevatissima sensibilità alle ripetizioni secondarie dei linfomi a livello del SNC: il rilievo di una elevata frequenza di tali localizzazioni, comunque in misura inferiore a quanto segnalato nei lavori anatomopatologici, è da mettere in rapporto alla selezione delle forme linfomatose a più elevata malignità, forme nelle quali il contributo dell'esame di risonanza ci appare irrinunciabile, al punto di caldeggiarne l'introduzione nei protocolli diagnostici standard.