scholarly journals Balloon dilation of the Eustachian tube: clinical experience in the management of 126 children

2017 ◽  
Vol 37 (6) ◽  
pp. 509-512 ◽  
Author(s):  
M. Tisch ◽  
H. Maier ◽  
H. Sudhoff

La dilatazione tubarica con balloon è stata recentemente annoverata com nuovo metodo minimamente invasive per il trattmento della disfunzione cronica ostruttiva della tuba di Eustachio. Per la prima volta nel mondo, abbiamo definito il ruolo della suddetta tecnica nel trattamento della disfunzione tubarica cronica non rispondente ad altri trattamenti. Sono stati analizzati i dati clinici di 60 bambini (età media: 6,3 anni; range: da 28 mesi a 12 anni) sottoposti a dilatazione della Tuba di Eustachio con il balloon di Bielefeld. In aggiunta, sono stati reclutati i genitori di altri 66 bambini sottoposti a dilatazione con balloon, ed è stato chiesto loro di compilare un questionario standardizzato, e di rispondere ad alcune domande riguardo il decorso postoperatorio dei loro bambini. Non ci sono state complicanze durante gli interventi chirurgici. I sintomi clinici sono migliorati in più dell’80% dei casi. Nessun paziente ha riferito un peggioramento sintomatologico. L’83% dei partecipanti è rimasto notevolmente soddisfatto dei risultati derivanti dal trattamento. La dilatazione con balloon è una tecnica semplice, rapida e sicura per il trattamento della disfunzione tubarica non rispondente ad altri trattamenti sia negli adulti, sia nei bambini. Ulteriori studi, preferibilmente multicentrici, sarebbero utili per definire al meglio le indicazioni già esistenti e potenziali nuovi indicazioni per questa tipologia di trattamento, e per stabilire definitivamente il ruolo di questa tecnica nella gestione della disfunzione tubarica cronica refrattaria.

2021 ◽  
pp. 019459982199481
Author(s):  
Isabelle Magro ◽  
David Pastel ◽  
Jace Hilton ◽  
Mia Miller ◽  
James Saunders ◽  
...  

Objective To describe the developmental anatomy of the eustachian tube (ET) and its relationship to surrounding structures on computed tomography. Study Design Case series with chart review. Setting A tertiary care hospital. Methods ET anatomy was assessed with reformatted high-resolution computed tomography scans from 2010 to 2018. Scans (n = 78) were randomly selected from the following age groups: <4, 5 to 7, 8 to 18, and >18 years. The following were measured and compared between groups: ET length, angles, and relationship between its bony cartilaginous junction and the internal carotid artery and between its nasopharyngeal opening and the nasal floor. Results The distance between the bony cartilaginous junction and internal carotid artery decreased with age between the <4-year-olds (2.4 ± 0.6 mm) and the 5- to 7-year-olds (2.0 ± 0.3 mm, P = .001). The ET length increased among the <4-year-olds (32 mm), 5- to 7-year-olds (36 mm), and 8- to 18-year-olds (41 mm, P < .0001). The cartilaginous ET increased among the <4-year-olds (20 mm), 5- to 7-year-olds (25 mm), and 8- to 18-year-olds (28 mm, P < .0001). The ET horizontal angle increased among the <4-year-olds (17°), 5- to 7-year-olds (21°), and 8- to 18-year-olds (23°, P≤ .003), but the ET sagittal angle did not statistically change after 5 years of age. The height difference between the nasopharyngeal opening of the ET and the nasal floor increased among the <4-year-olds (4 mm), 5- to 7-year-olds (7 mm), and 8- to 18-year-olds (11 mm, P < .0001). Conclusion The ET elongates with age, and its angles and relationship to the nasal floor increase. Although some parameters mature faster, more than half of the ET growth occurs by 8 years of age, and adult morphology is achieved by early adolescence.


2002 ◽  
Vol 13 (9) ◽  
pp. 909-914 ◽  
Author(s):  
Kwang-Hun Lee ◽  
Gi-Young Ko ◽  
Ho-Young Song ◽  
Tae Sun Shim ◽  
Woo Sung Kim

2002 ◽  
Vol 15 (6) ◽  
pp. 705-711
Author(s):  
P. Renzetti ◽  
R. C. Parodi ◽  
C. Ottonello ◽  
F. Zandrino ◽  
M. Cossu ◽  
...  

L'elevato peso atomico del Gd giustifica l'ipotesi di un utilizzo in tomografia computerizzata (TC) di mezzi di contrasto (MdC) già clinicamente in uso in risonanza magnetica (RM). Il potenziamento TC determinato dalla Gadodiamide (Gd-DTPA-BMA, Omniscan, Nycomed-Amersham), MdC paramagnetico non ionico, è stato valutato e quantificato in vitro e in vivo. Due serie di soluzioni scalari di Gadodiamide e di MdC iodato (Iopamiro 370, Bracco) sono state sottoposte a scansione TC per la quantificazione densitometrica in unità Hounsfield (UH). Sette pazienti affetti da neoplasia intracranica sono stati sottoposti a TC prima e dopo somministrazione endovenosa di 0,3 mmol/Kg di Gadodiamide; sono stati rilevati i valori medi di densità pre- e postcontrasto a livello dell'arteria basilare e della massa tumorale. Nello studio in vitro, a parità di concentrazione molare del MdC, è risultata maggiore la densità media della soluzione di gadodiamide rispetto al MdC iodato, superiorità statisticamente significativa (test F, p < 0,0001), a conferma del fatto che il Gd ha caratteristiche fisiche che lo rendono utilizzabile in MdC per TC. Nello studio in vivo, la gadodiamide ha determinato incrementi densitometrici medi (postcontrasto /precontrasto) del 71,05% per l'arteria basilare e del 45,23% per la lesione tumorale, consentendo una sufficiente apprezzabilità soggettiva dell'enhancement. La Gadodiamide può essere utilizzata come MdC in TC in pazienti con dubbia o asserita diatesi allergica per i MdC iodati allorquando non sia praticamente disponibile la RM (urgenze!) o sussistano importanti controindicazioni (pacemaker, ecc.). L'osmolarità medio-bassa (780 mOsm/Kg) e il profilo tossi-cologico favorevole della Gadodiamide permettono di ipotizzare l'utilizzo di dosi anche più elevate. Tali risultati preliminari rafforzano l'ipotesi della messa a punto di MdC per TC a base di Gd; più atomi di Gd potrebbero ad esempio essere contenuti all'interno della molecola con il duplice effetto di ridurre la tossicità ed elevare il peso atomico del MdC. Gadolinium (Gd) high atomic weight can enable us to use the Gd-chelates as contrast agents (c.a.) in computed tomography (CT). CT contrast enhancement (c.e.) due to Gadodiamide (Gd-DTPA-BMA, Omniscan, Nycomed-Amersham), a non-ionic paramagnetic c.a. used in magnetic resonance (MR) imaging, was evaluated and quantified through an in vitro and in vivo study.


1997 ◽  
Vol 10 (2_suppl) ◽  
pp. 148-148
Author(s):  
L. Manfrè ◽  
R. Angileri ◽  
G. Caruso ◽  
V. D'Antonio ◽  
M. De Maria ◽  
...  

A differenza dell'Angiografia, l'esame Angio-RM consente la simultanea visualizzazione dei vasi del poligono. Si è valutata la correlazione esistente tra calibro dei sifoni e asimmetrie di sviluppo del poligono nella popolazione normale. Sono stati esaminati 3 casi di occlusione totale di una carotide. 120 pazienti privi di patologie vascolari o neoplastiche sono stati sottoposti ad esame Angio-RM 3DTOF con Magnetization Tranfer e TONE. Sono state valutate le immagini di sorgente e 3DMIP, prima e dopo sottrazione dei pixel non vascolari. I pazienti sono stati suddivisi in 5 gruppi: I = aplasia di A1, II = ipoplasia di A1, III = lieve asimmetria di A1, IV ? arteria comunicante posteriore fetale, V = poligono simmetrico. Inoltre i pazienti sono stati suddivisi in base al calibro della carotide interna in: A (simmetrico), B (lieve asimmetria), e C (marcata asimmetria). è stata calcolata la percentuale di differenza di calibro (PDC) tra carotide destra e sinistra (Cmin/Cmax). Sono stati posti in correlazione PDC e simmetria dei vasi del poligono. I pazienti del gruppo C sono stati sottoposti a color Doppler dei vasi al collo, per escludere vasculopatia a monte. Una differenza statisticamente significativa in termini di PDC tra sifone carotideo destro e sinistro è stata osservata unicamente nei pazienti di gruppo I e II. I pazienti affetti da occlusione del sifone carotideo con compenso via Al dimostravano un calibro di Al superiore rispetto ai gruppi III, IV e V. Per quanto una asimmetria di calibro dei sifoni carotidei possa suggerire l'esistenza di una patologia vascolare a monte, è necessario considerare le varianti anatomiche correlate all'asimmetrico del poligono di Willis. Il bilancio dei rami collaterali esistenti a livello del poligono di Willis mediante Angio-RM è importante per la valutazione dei possibili circoli di compenso.


1992 ◽  
Vol 5 (1_suppl) ◽  
pp. 135-140 ◽  
Author(s):  
S. Perini ◽  
A. Beltramello ◽  
C. Mazza ◽  
A. Maschio ◽  
E. Piovan ◽  
...  
Keyword(s):  

Sono stati sottoposti a trattamento endo-vascolare 19 pazienti in età pediatrica. L'embolizzazione è stata praticata come metodica pre-operatoria (9 casi); pre-radiochirurgica (2 casi); come singolo atto terapeutico per il trattamento di 1 fistola A-V diretta e di 1 aneursma della vena di Galeno; come terapia palliativa in 6 MAV giganti a sede centrale profonda. In tutti i casi è stata effettuata una embolizzazione particolata utilizzando in 17 casi come agente embolizzante il filo di polylene e in 2 casi particelle di spugna di Silastic. In base ai risultati, alle complicanze, al controllo successivo, sono state tratte le seguenti conclusioni: il trattamento vascolare delle lesioni del bambino rappresenta una efficace metodica prechirurgica soprattutto per le MAV estese e in sede critica. L'efficacia del trattamento come metodica pre-radiochirurgica non è ancora stata ben determinata. L'esiguità dei casi sottoposti non ha permesso una conclusione defmitiva, comunque l'embolizzazione ha permesso la riduzione del nido angiomatoso a dimensioni suscettibili di radio-chirurgia. Utilizzata come unica terapia, in assenza d'intervento, la metodica si è rivelata molto utile nel trattamento delle fistole A-V a linea retta (1 caso guarito definitivamente) e nel trattamento dell'aneurisma della vena di Galeno (1 caso trattato incompletamente e tuttora in osservazione). Non sono stati riscontrati, invece, risultati soddisfacenti nel trattamento palliativo di MAV cerebrali molto estese (sopra i 50 ml). In questi casi l'embolizzazione non ha contribuito ad un miglioramento significativo della recidiva emorragica e della mortalità, stimata sulla base della storia naturale ma, al contrario, ha sottoposto i piccoli pazienti a rischi di ischemia e soprattutto di emorragia. Per questi motivi il nostro orientamento attuale è di non sottoporre a trattamento tali malformazioni in età pedriatrica.


2021 ◽  
pp. 000348942110413
Author(s):  
Jeyasakthy Saniasiaya ◽  
Jeyanthi Kulasegarah ◽  
Prepageran Narayanan

Objective: Eustachian tube dysfunction (ETD) is a chronic entity that has been historically managed with adenoidectomy and ventilation tube insertion. Recently, balloon dilation of the eustachian tube has shown promising results in recalcitrant eustachian tube dysfunction. We reviewed the literature to determine the outcome of eustachian tube balloon dilation in children. Methods: A literature search was conducted for the period from 1990 to 2020 by searching several databases over a 1-month period (January 2021) according to Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses guidelines and the Cochrane Handbook for Systematic Reviews for Interventions. Primary outcome was defined as the success of the intervention determined by the resolution of symptoms, and secondary outcome was determined by revisions surgery and presence of complications. Results: Only 7 articles were identified based on our objectives and selection criteria. All studies included are retrospective cohort case series (Level IV) and 1 cohort of matched controls (Level III). A total of 284 patients were included in this review, with a mean age of 7.8 years. A total of 463 balloon dilation were performed either bilaterally or unilaterally. The most common finding of ETD is middle ear effusion in 5 studies. Balloon dilation of eustachian tube was second-line treatment in 6 studies and first-line treatment in 1 study. Improvement of symptoms was identified in all studies through various assessments performed. Revision surgery was performed in 1 study with no major complications reported. Conclusions: Balloon dilation of the eustachian tube may be considered as an alternative procedure following failed standard treatment in children. The quality of evidence is inadequate to recommend widespread use of the technique until a better-quality study has been completed. Future randomized controlled studies with a large sample size are warranted to determine the efficacy of this procedure amongst children.


2010 ◽  
pp. 7-19
Author(s):  
Dina Di Giacomo ◽  
Lucia S. De Federicis ◽  
Domenico Passafiume
Keyword(s):  

Le ricerche sullo sviluppo della rete semantica presenti in letteratura sono numerose e sono state condotte sui processi sottostanti la strutturazione della capacitŕ semantica utilizzando diversi approcci di studio. Nel presente lavoro abbiamo studiato lo sviluppo e l'utilizzo delle categorie di associazione semantica in etŕ pre-scolare e scolare. L'obiettivo č la verifica della presenza e dell'uso di categorie semantiche nel periodo dello sviluppo cognitivo e se dipenda dall'inserimento in un percorso scolastico strutturato, o sia ascrivibile all'esperienza diretta delbambino; le ipotesi che abbiamo voluto verificare sono la progressivitŕ della competenza nell'utilizzazione di categorie associative nel corso della infanzia e che la competenza nell'uso delle categorie di associazione non sia dovuta alla scolarizzazione. Alla presente ricerca hanno partecipato 129 bambini (64 maschi e 65 femmine) di etŕ compresa tra i 50,8 mesi (&plusmn; 3.0) ed i 92,4 mesi (&plusmn; 4,0), divisi in 4 gruppi, dal secondo anno di scuola materna al secondo anno della scuola elementare. I bambini sono stati sottoposti ad un compito di associazione semantica. Le categorie prese in considerazione sono: Funzione, Parte-tutto, Contiguitŕ, Attributo, Superordinata. I risultati hanno evidenziato la presenza di differenze significative nell'uso delle cinque categorie in relazione all'etŕ dei bambini. In particolare, la capacitŕ di utilizzare la Funzione č apparsa significativamente migliore rispetto alla categoria Superordinata; inoltre le differenze tra le categorie variano con il crescere dell'etŕ.


2012 ◽  
pp. 327-358
Author(s):  
Drew Westen ◽  
Jonathan Shedler ◽  
Bekh Bradley ◽  
Jared A. DeFife

Viene presentato un sistema diagnostico della patologia di personalitŕ derivato empiricamente, clinicamente rilevante e di agevole uso quotidiano. Un campione randomizzato di 1.201 psichiatri e psicologi clinici statunitensi ha descritto un proprio paziente, selezionato in modo casuale e affetto da un disturbo della personalitŕ, utilizzando la Shedler-Westen Assessment Procedure-II (SWAP-II). L'analisi fattoriale ha prodotto 10 diagnosi di personalitŕ, clinicamente coerenti, organizzate in tre cluster sovraordinati: internalizzante, esternalizzante e borderline-disregolato. Le descrizioni col punteggio piů elevato sono state selezionate per costruire un prototipo di ogni sindrome di personalitŕ. In un secondo campione indipendente, i ricercatori e i clinici sono stati in grado di diagnosticare le sindromi di personalitŕ con un elevato accordo e un livello minimo di comorbilitŕ. Questi 10 prototipi diagnostici sono empiricamente fondati e clinicamente rilevanti.


1994 ◽  
Vol 43 (1-2) ◽  
pp. 116-116
Author(s):  
R. Staffolani ◽  
G. Biagini ◽  
A. Pugnaloni ◽  
E. Salvolini ◽  
N. Cester ◽  
...  
Keyword(s):  

AbstractLe gravidanze gemellari sono caratterizzate da riduzioni delle dimensioni del feto accompagnati dai corrispondenti riduzioni placentari, come precedentemente riportato. Anche modificazioni sono state evidenziate a carico degli altri annessi embrionali, mentre varie sono le problematiche non risolte. Pertanto noi abbiamo voluto valutare le caratteristiche morfofunzionali delle vene ombelcali cordonali di gemelli dicoriali confrontandoli con quelle di gravidanze normali a termine. Sono stati analizzati i cordoni ombelicali di gravidanze a termine e da una gravidanza gemellare dicoriale recisi dalla placenta subito dopo il parto. È stata utilizzata la microscopia elettronica a trasmissione (TEM) e a scansione (SEM). Per l'indagine immuno istochimica è stata impiegata la tecnica del complesso avidina-biotina perossidasi. Le cellule endoteliali sono state ottenute con il metodo di Jaffe e per gli studi di fluorescenza è stata utilizzata la sonda l-(4 trimetilaminofenil) 6 fenil-1,3,5 — esatriene (TMA-DPH).Nei cordoni ombelicali ottenuti da gravidanze normali a termine esse presentano una completa fase di differenziamento. Abbiamo infatti osservato: 1) elementi modicamente appiattiti, 2) protrusioni citoplasmatiche, 3) vescicole di pinocitosi e citoplasmatiche, 4) aggregati di lisomi, 5) corpi di Weibel e Palade, 6) nucleo lenticolare, 7) nucleo evidente con predominante eucromatina. La tonaca media appare ricca di fibrocellule muscolari lisce ricche di filamenti di tipo contrattile. Nei gemelli le celule endoteliali appaiono globose con aspetti di attività cellulare come anche confermato dagli studi biochimici. Le cellule muscolari sottostaminali risultano assai ricche di reticolo ergastoplasmatico e con fenotipo sintetico.In conclusione per quanto concerne il cordone ombelicale quanto da noi osservato istochimicamente ultrastrutturalmente biochimicamente pare sottolineare uno stato di minor maturità delle gravidanze gemellari rispetto ai controlli normali a termine.


Sign in / Sign up

Export Citation Format

Share Document